Baghdad: «È l’ora dell’attacco di terra a Mosul». Ma l’Isis ha scudi umani

28 Ott 2016 15:42 - di Antonio Pannullo

L’ingresso delle truppe di Baghdad a Mosul è imminente: lo riferiscono all’Ansa due alti ufficiali iracheni nell’avamposto avanzato dei militari dell’Operazione Mosul nei pressi di Bazwaia, a 3 chilometri dal perimetro della capitale dell’Isis in Iraq. La Coalizione ha effettuato massicci bombardamenti aerei per colpire le postazioni dell’artiglieria di Abu Bakr al Baghdadi, ha constatato l’inviato dell’Ansa. Le forze della Coalizione, in cui sono inquadrati anche reparti dei Peshmerga curdi iracheni, si preparano a supportare l’attacco della fanteria. Le forze governative irachene che avanzano da sud verso Mosul sono ancora impegnate in battaglie con i miliziani dell’Isis almeno a 30 chilometri dalla città e sarà quindi necessario ancora diverso tempo prima che riescano a congiungersi con le milizie Peshmerga che attaccano da est prima di dare l’assalto al centro cittadino. È quanto rilevano oggi fonti militari di Baghdad. Il generale Raed Shaker Jawdat, il comandante delle forze della polizia federale che partecipano all’offensiva governativa insieme all’esercito, hanno circondato le città di Shura e Suruj, rispettivamente 35 e 40 chilometri a sud di Mosul, che quindi non sono ancora state strappate allo Stato islamico. Altre fonti sottolineano che combattimenti intensi sono in corso proprio intorno a Shura, e che le forze governative non sono state in grado finora di mantenere lo stesso passo dell’avanzata da est e da sud-est di Mosul delle milizie curde e delle altre forze governative. Ieri le forze curdo-irachene avevano detto di essere arrivate a circa 12 chilometri dal centro di Mosul, sul fronte est dell’offensiva.

A Mosul i terroristi islamici massacrano i civili

L’operazione si rende quanto mai urgente perché si è appreso in queste ore che decine di migliaia di civili, donne, uomini e bambini, sono stati catturati dai miliziani dell’Isis attorno a Mosul per essere condotti nella città irachena e usati come scudi umani mentre prosegue l’offensiva delle forze irachene per riconquistare la città. Lo denuncia la portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario Onu per i diritti umani Ravina Shamandasani. Molti sono stati uccisi e tra questi 232 persone tra cui 190 ex membri delle forze irachene e 40 civili che si rifiutavano di obbedire ai loro ordini, giustiziati mercoledì. Rapporti credibili suggeriscono che dall’inizio delle operazioni per la ripresa di Mosul da parte del governo iracheno il 17 ottobre scorso, «l’Isis ha costretto decine di migliaia di persone ad abbandonare la propria casa nei sub-distretti intorno a Mosul e trasferito civili all’interno della città stessa», ha detto la portavoce precisando che «almeno 5.370 famiglie sarebbero state rapite nel sub-distretto di Shura, altre 160 famiglie in quello di al-Qayyarah, 150 in quello di Hamam al-Alil e 2.210 famiglie da Nimrud». Minacciate con le armi, o uccise se resistono, «queste persone sarebbero state spostate in posizioni strategiche dove si trovano combattenti dell’Isis», ha aggiunto denunciando la «strategia vile» dell’Isis. Informazioni ricevute indicano che 60.000 persone sono attualmente a Hamam al-Alil, una roccaforte dell’Isis che contava precedentemente 23.000 abitanti, indica una nota ricordando che l’uso di scudi umani è proibito dal diritto internazionale umanitario. E ricordiamoci che da quelle parti ci sono anche italianbi, precisamente sulla diga: «Giunto in Italia per ringraziare l’Italia per i suoi straordinari contributi alla nostra coalizione», dall’Iraq alla Libia, dalla protezione della diga di Mosul al sostegno alla lotta contro il finanziamento del terrorismo. Lo sottolinea, in un tweet, l’inviato speciale americano per la coalizione anti-Isis, Brett McGurk, arrivato a Roma per partecipare al seminario del Gruppo Speciale sul Mediterraneo e il Medio Oriente dell’Assemblea parlamentare della Nato.

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