Usa sotto choc: ripetuti attacchi degli hacker. In ginocchio i giganti del web

21 Ott 2016 18:41 - di Laura Ferrari

Un enorme cyberattacco sta colpendo il traffico di centinaia di siti web, soprattutto per gli utenti internet della costa est degli Stati Uniti, compresi quelli di Twitter, Financial Times, Spotify, Reddit, e-Bay e New York Times. Lo riportano i media Usa. Tra i siti colpiti dall’attacco ci sarebbero anche quelli di Visa, Amazon, Netflix, Cnn e Tumblr. Ad essere colpita – riportano i media Usa – è stata la società Dyn, il servizio che traduce i nomi dei siti web in indirizzi IP. Si tratta di uno dei principali servizi di questo tipo, e un suo blocco fa sì che le aziende associate non riescano più a caricare i propri siti web. Il blocco di alcuni dei principali siti web è durato circa due ore, il traffico è ripreso regolarmente per poi fermarsi di nuovo. Lo rende noto la società Dyn, i cui server sono stati presi di mira – si spiega – da pirati informatici che hanno mandato in tilt il sistema provocando un sovraccarico di traffico. «I nostri ingegneri stanno lavorando per mitigare l’inconveniente», fanno sapere dall’azienda Usa.

Attacco informatico anche contro la portaerei Reagan

L’episodio si è verificato in concomitanza con la notizia di un altro attacco hacker, stavolta alla portaerei Ronald Reagan per carpire informazioni sulle manovre militari Usa. Lo rivela al Financial Time una società di sicurezza informatica americana, la FireEye. Gli hacker cinesi avrebbero attaccato i funzionari di governo che si trovavano sulla portaerei, inondandoli di mail infette, l’11 luglio scorso, il giorno prima della controversa sentenza del tribunale dell’Aia sul Mar Cinese Meridionale. La portaerei in quei giorni era di pattuglia nella zona contesa. L’attacco è responsabilità di un gruppo di hackeraggio basato in Cina, afferma la FireEye, pur ammettendo di non avere prove che l’operazione nasca dal governo di Pechino. La giustizia Usa, che ha comunque preso in mano il dossier, secondo il Ft, che ritiene siano implicati dirigenti militari cinesi. Secondo la compagnia di sicurezza informatica Usa, l’obiettivo era quello di carpire informazioni su manovre e spostamenti della Reagan, che è l’ammiraglia sui suoi sistemi di comando e controllo oltre che informazioni di livello politico. Non è un caso, secondo gli esperti, che il cyberattacco mirato sia avvenuto il giorno prima che la Corte arbitrale dell’Onu per la Legge del Mare emettesse una sentenza che negava qualsiasi fondamento giuridico ai “diritti storici” rivendicati da Pechino su gran parte del Mar Cinese del Sud e delle isole, contese con Giappone, Filippine, Vietnam fra gli altri: sentenza che sollevò l’ira di Pechino.

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