Studenti e insegnanti contro la Boschi: contestazione alla Festa dell’Unità

19 Set 2016 10:47 - di Adriana De Conto

Chissà come mai – si fa per dire – è passata molto in sordina la contestazione del ministro delle riforme Maria Elena Boschi  da un gruppo di studenti e di insegnanti alla festa dell’Unità di Bologna dove ha partecipato a un’iniziativa sul referendum. Dopo pochi minuti dall’inizio del suo intervento, dalla platea si sono alzati numerosi studenti di Link – coordinamento universitari Bologna che hanno esposto cartelli e l’hanno contestata e fischiata. Le era accaduto più volte – ultima volta l’inizio di questo mese. Quando la ministra va in giro a fare propahanda per il si, la risposta è di questo tenore, se na faccia una ragione. Un cartello con su scritto in rosso e in blu «Renzi non ci rappresenti, i giovani votano no» sintetizzava molto bene la posizione dei raazzi. Il ministro Boschi li ha invitato a salire sul palco per esporre i motivi della loro contrarietà alla riforma, ma quest sono stati immediatamente bloccati e accompagnati fuori dall’imponente servizio organizzato dalle forze dell’ordine e sono stati identificati, fra le loro proteste. Morale: nessun contraddittorio è stato possibile. 

La Boschi contestata da studenti e insegnanti

In sala infatti tutti i partecipanti sono stati ‘filtrati’ dalle forze dell’ordine. I contestatori si erano seduti in platea, mischiandosi ai sostenitori del sì ed hanno cominciato la loro protesta esponendo alcuni cartelli con i quali esprimevano la loro contrarietà alla riforma, qualche minuto dopo l’inizio dell’intervento. Fuori dalla sala alcuni passaggi dell’intervento della Boschi sono stati contrassegnati dalle contestazioni di un gruppo di insegnanti con indosso la maglia del «No» per il referendum protestavano per «non essere potuti entrare». «È morta la democrazia stasera», hanno continuato ad urlare. E non sono mancati momenti di tensione. Non è la prima volta che la ministra viene contestata. Il 3 settembre, sempre alla Festa dell’Unità ma a Milano, una ventina di militanti con uno striscione “No al referendum” avevano urlato “Buffona, buffona” alla Boschi. Che anche in quell’occasione con il suo aplomb aveva replicato: «A me fa piacere che siate venuti. Noi non chiudiamo le porte a nessuno. Noi andiamo avanti con il nostro lavoro, noi siamo molto contenti che ci sia la possibilità di un confronto. Se le ragioni del no saranno più forti, vinceranno loro. Se le ragioni del sì saranno più forti, vinceremo noi».

Gli studenti: «Mancanza di dialogo, reazione esagerata»

«Siamo stati trascinati duramente, le forze dell’ordine hanno usato una forza esagerata, buttando alcuni di noi a terra e provocando visibili segni delle colluttazioni. Stigmatizziamo fortemente il comportamento delle forze dell’ordine e del Pd, che mostrano tutta la distanza di questo governo dai cittadini». E’ il commento del Link, coordinamento universitari Bologna. «Mentre la ministra recitava la solita retorica sulla riforma costituzionale – afferma un portavoce di Link – abbiamo preso parola dalla platea chiedendo di poter intervenire in un dibattito che il governo ha fin da subito tentato di chiudere in partenza, sollevando cartelli che sottolineavano la torsione autoritaria che il governo Renzi ha imposto alla società. Abbiamo voluto evidenziare la mancanza di dialogo sociale di un governo che, come i precedenti, ha imposto fallimentari politiche liberiste e di austerità: è il momento di dire basta, su scuola, lavoro, sanità, diritti, Costituzione, vogliamo decidere noi come generazione esclusa, dimenticata e precaria».

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