Siracusa, scovati 29 furbetti del cartellino. Ora indaga la procura
La Guardia di Finanza di Siracusa ha individuato 29 dipendenti assenteisti della ex Provincia regionale oggi “Libero Consorzio Comunale di Siracusa”. I “furbetti del cartellino”, dislocati in 4 diverse sedi, durante l’orario di lavoro sono stati sorpresi a fare shopping per le vie del centro di Ortigia e in centri commerciali, a fare visite mediche in strutture sanitarie pubbliche e lavori di giardinaggio per privati. Le indagini, cominciate nel gennaio 2015, con pedinamenti e videoregistrazioni (6.800 ore) hanno permesso di contestare il reato di truffa aggravata.
Siracusa, scovati 25 furbetti
I Finanzieri hanno notificato ai 29 furbetti gli avvisi di chiusura indagine. La GdF, a supporto dell’attività di videosorveglianza durante le indagini, ha svolto ulteriori riscontri, con pedinamenti e osservazione dei dipendenti monitorati anche con l’ausilio di gps posizionati sulle autovetture in uso agli indagati. È stato così possibile accertare che durante l’orario di lavoro, questi impiegati, furbetti del cartellino appunto, si dedicavano ad attività di carattere privato e, spesso, venivano ripresi presso le proprie abitazioni. Inoltre, alcuni colleghi timbravano il badge di altri per attestarne la presenza in ufficio, l’inizio o la fine del turno di lavoro.
Le indagini della Procura
Le maggiori irregolarità venivano comunque accertate presso la sede di via Roma, nei confronti della quasi totalità degli addetti agli spazi espositivi, circa 16 persone, le quali erano di certo agevolate dal fatto che utilizzavano un registro cartaceo (ove riportare il turno di lavoro), da loro stessi compilato e custodito, in netto contrasto con le circolari a suo tempo emanate dall’Ente Pubblico sull’obbligo dell’uso del badge personale, disposizioni, queste, recepite fra l’altro da quasi tutti i dipendenti. Il Procuratore Capo della Repubblica, Francesco Paolo Giordano, ha sottolineato come prosegua da parte della Procura e della GdF «l’attività di controllo della legalità nella Pubblica amministrazione». I presunti dipendenti infedeli saranno deferiti oltreché all’amministrazione di appartenenza per i profili disciplinari, ivi compreso il possibile licenziamento, in base alla nuova normativa del decreto Madia (d. Lgs. n. 116 del 2016), anche alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti.