Renzi politico per caso: «Volevo fare il calciatore, ma sono finito in panchina»

3 Set 2016 14:18 - di Corrado Vitale

Renzi lo ammette: in politica c’è finito perché non ha trovato niente di meglio da fare. Così Renzi, all’università di Shanghai,  risponde a uno studente che gli chiede quale è stata la chiave del suo successo che lo ha portato ad essere il premier più giovane della storia dell’Italia. «Prima dei trent’anni ho avuto molti insuccessi: volevo fare il calciatore ma sono finito in panchina. Poi volevo fare l’arbitro e ho fallito anche lì, così sono finito in politica…». Renzi non spiega però in quale ruolo giocava. Possiamo supporre, alla luce delle sue performance politiche e del modo in cui ha liquidato i suoi avversari più insidiosi  (basti ricordare quando disse a Letta «Enrico stai sereno» proprio mentre si apprestava a sfrattarlo da Palazzo Chigi), possiamo supporre, dicevamo, che avrà giocato nel ruolo  di difensore, uno stopper o un terzino specializzati nei colpi a tradimento. Quelli assestati mentre l’arbitro è di spalle. C’è da dire, ad onor del vero, che al tempo della travolgente ascesa di Renzi l’arbitro era Giorgio Napolitano, che di colpi proibiti se ne intendeva davvero. Sempre a proposito dell’ex capo dello Stato, vale la pena sottolineare che avrebbe fatto meno danni all’Italia se anche lui si fosse dato al calcio. Comunque, tornando a Renzi, è giovane abbastanza per trovarsi un altro lavoro se onorasse il suo impegno di abbandonare la politica nel caso fosse sconfitto nel referendum costituzionale, eventualità peraltro sempre più probabilei. Gli consigliamo eventualmente di occupare il posto lasciato vuoto da Vanna Marchi. Il nostro Matteo ha tutta la stoffa per raccogliere l’eredità della fu profetessa delle televendite.

Un doverosa precisazione storica, in confusione. Lo studente cinese non è molto informato. Non è vero infatti che Renzi sia il premier più giovane della storia d’Italia. Tale primato va riconosciuto, ex-aequo, anche a Benito Mussolini. Il futuro duce divenne capo del governo a 39 anni, la stessa che aveva Renzi quando varcò da inquilino la soglia di Palazzo Chigi. Mussolini raggiunse tanti altri primati, per lui e per l’Italia. Renzi, per quello che c’è da dato di vedere, si fermerà invece solo all’età. Una logica conclusione  per chi ha fatto della rottamazione generazionale il suo cavallo di battaglia.

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