Referendum, scende in campo il Family Day per un «no deciso»

8 Set 2016 17:05 - di Redazione

L’avevano gridato al Family Day del 30 gennaio scorso: “Renzi ci ricorderemo”. E sono stati di parola. Il Comitato famiglie per il No al referendum, costituito dai promotori del Family Day e guidato da Massimo Gandolfini, ribadisce infatti il suo no “deciso e argomentato” al referendum costituzionale. Secondo Gandolfini, infatti, occorre “impedire che il nuovo assetto istituzionale, che accentra tutti i poteri nella figura del premier e nel partito di maggioranza anche causa di una pessima riforma elettorale, venga utilizzato, come dicono pubblicamente gli stessi vertici del Pd, per completare la trasformazione del tessuto sociale italiano e la destrutturazione della famiglia e della stessa antropologia umana”.

Il Family Day contro la «vocazione autoritaria» del governo

Nel mirino del leader del Family Day  innanzitutto la legge sulle unioni civili, “l’evento concreto che ha svelato la vocazione autoritaria dell’attuale governo che ha voluto ignorare due piazze di milioni di persone. E, come da ammissione diretta, è stato il primo passo di una strategia contro l’uomo e la famiglia che va assolutamente fermata”. Ma che è solo “il capofila di un programma politico teso all’approvazione delle adozioni per tutti, compresi ai single a alle coppie gay; alla regolamentazione della barbara pratica dell’utero in affitto; dell’eutanasia; all’estensione della procreazione artificiale a coppie gay e single; alle leggi liberticide sulla transfobia e omofobia che ridurranno gli spazi di espressione della libertà di pensiero; alla diffusione dei programmi di educazione all’indifferentismo sessuale nelle scuole; all’approvazione del divorzio express e della legalizzazione delle droghe”. “Con un Parlamento sostanzialmente monocamerale, composto da una maggioranza di parlamentari nominati da un solo partito che rappresenta solo una modesta minoranza degli italiani, il premier e il governo riuscirebbero a far approvare queste leggi negando di fatto qualsiasi dibattito democratico ed eliminando qualsiasi bilanciamento dei poteri. È quindi in gioco la democrazia e il futuro della famiglia in Italia, per questo abbiamo il dovere di essere determinati nel far conoscere a tutti gli italiani le nostre ragioni per il ‘No'” conclude.

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