Omicidio Raccagni, Beccalossi: «Nessuno sconto per gli albanesi»
È previsto per venerdì in tribunale a Brescia il processo d’appello a carico dei quattro rapinatori albanesi che nell’estate 2014 entrarono a casa di Pietro Raccagni, macellaio di Pontoglio, nel Bresciano, che venne colpito con una bottiglia in testa e morì undici giorni dopo in ospedale. In primo grado Vitor e Pjeter Llushi, Erion Luli e Ergren Cullhaj, tutti albanesi, vennero condannati con pene tra dieci anni e dieci mesi e tredici anni. «Sono molto preoccupata e tesa», ha detto Federica Pagani, la vedova del macellaio e ora assessore alla sicurezza del comune di Pontoglio. «I responsabili chiedono lo sconto di pena ma vorrei che non fosse concesso», ha spiegato la donna che ha poi aggiunto: «Ritengo che la vita di un uomo valga di più di dodici anni di carcere che con gli sconti verranno ulteriormente meno. Io voglio una giusta pena e la certezza della pena e più attenzione alle vittime spesso dimenticate».
Processo d’appello per i quattro albanesi
Sul caso è scesa in campo anche l’assessosre regionale lombardo al territorio, Viviana Beccalossi: «Mi auguro che oltre alla giustizia prevalga il buon senso e che i giudici non prendano nemmeno lontanamente in considerazione una riduzione di pena, che per quanto mi riguarda è già fin troppo lieve, per gli assassini di Pietro Raccagni». L’assessore ha spiegato che si tratta di una «vicenda che ho seguito fin da primi momenti e che ancor oggi giudico gravissima e inaccettabile. A Federica Pagani, vedova di Pietro rinnovo tutta la mia stima e vicinanza per il coraggio con il quale sta affrontando questa dolorosa vicenda. Farò di tutto per essere presente al suo fianco anche durante l’udienza di venerdì prossimo, come credo faranno, anche solo idealmente, tutti i cittadini che credono ancora nelle istituzioni e nella certezza della pena».