M5S, allarme per il libro di un ex: “Ecco le verità che nessuno vede”
Su Twitter c’è un conto alla rovescia che sta facendo fibrillare il Movimento 5Stelle: è quello di Marco Canestrari, ex braccio destro di Grillo e Casaleggio, che ha deciso così, con un countdown che sta creando aspettative e allarmi, di annunciare il suo libro-denuncia contro chi, a suo avviso, starebbe uccidendo il Movimento: Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Di quali rivelazioni si tratta? Canestrari non anticipa nulla ma “evoca” complotti e guerre intestine che sarebbero tra un un po’ disponibili ai lettori curiosi e disillusi. Argomenti sui quali, c’è da giurarci, il dibattito tra i grillini si scatenerà con veemenza. La tesi di Canestrari, spiattellata ai microfoni di Radio radicale, è che ad uccidere il M5S è stato il “direttorio”, organismo non voluto ma imposto a Gianroberto Casaleggio. Una trama di colpi bassi, dunque, che messa nero su bianco e non rintracciabile nei post al veleno disseminati nella rete, rischia di minare la credibilità del Movimento.
Marco Canestrari viene così presentato da La Stampa: “Oggi ha 33 anni. Sa tutto, del passato e del presente di quello che ormai è un’azienda-partito. Alla Casaleggio, dove fu chiamato dal fondatore, lo chiamano con lo sfottò appioppato da Grillo, «la mente grigia». Oggi vive a Londra, fa il programmatore informatico”. Il suo giudizio sull’attuale M5S è lapidario: è la “casta degli anticasta”. Esempi? «L’ascesa di Di Maio, che Grillo aveva cercato di fermare dicendo ’non ci faremo imporre il candidato premier dalle tv’, è speculare all’ascesa di Renzi e coltiva di per sé il germe del tradimento. Davvero qualcuno pensa che l’onorevole Di Maio smetterà di far politica a 37 anni, dopo due mandati? Hanno già creato un patto e una casta di intoccabili: tutto quello contro cui Roberto ci spingeva a lottare». E ne ha anche per Di Battista che userebbe la tv per la rincorsa del consenso personale. Infine mette in guardia sul potere di Davide, il figlio di Gianroberto Casaleggio: è lui che ha i dati, grazie alla piattaforma Rousseau, è lui che gestisce tutto. E l’informazione è potere. A Beppe Grillo, a questo punto, la sua creatura è già sfuggita di mano.