Bombe Usa, il padre del terrorista: «In Pakistan Rahami è diventato cattivo» (video)

23 Set 2016 11:21 - di Bianca Conte

Alle origini della malvagità: gli agenti dell’Fbi al lavoro sugli attentati dinamitardi di New York e nel New Jersey, sono partiti dalla figura del terrorista. Dall’uomo che voleva compiere una strage di americani e che per un soffio non c’è riuscito. Da Ahmad Khan Rahami, insomma, l’americano di origine afghana che – ha denunciato nelle scorse ore il padre in un’intervista all’Associated Press – «era diventato cattivo dopo un viaggio in Afghanistan e Pakistan». Di più: Mohammed Rahami racconta che dopo quel viaggio, nel 2013, il figlio «aveva cambiato personalità», tanto che lui un anno dopo il rientro di Rahami ha pensato di avvertire l’Fbi Ma, spiega, i federali non lo hanno mai interrogato.

Bombe Usa, il padre dell’attentatore: «Rahami è diventato cattivo»

A questo punto delle indagini, dunque, diventa centrale l’analisi e l’approfondimento di quel viaggio che il terrorista di origini afghane ha compiuto tra il 2013 e il 2014 in Pakistan, dove risulta aver vissuto per circa un anno. Per gli investigatori d’oltreocenao, ricostruire le tappe di quell’anno di vita del terrorista Rahami significa ripercorrere il cammino che ha portato alla radicalizzazione dell’attentatore di New York e del New Jersey, immigrato da bambino, nel 1995, negli Stati Uniti con la famiglia dopo che il padre aveva ottenuto l’asilo. Uno status sociale che avrebbe dovuto di fare del giovane un americano a tutti gli effetti ma che invece si è rivelato odiare visceralemnte il paese che l’ha accolto e ospitato. Un odio che, a detta di quanto fin qui dichiarato dal padre del terrorista, si sarebbe alimentato negli anni con i diversi viaggi compiuyti da Rahami in Afghanista, Pakistan e in altri paesi stranieri. Viaggi in qualche modo attenzionati dai federali che, puntualmente, al rientro del giovane si concludevano con uninterrogatorio da parte dell’Fbi di Rahami: interrogatori che però non hanno mai destato particolari allarmi riguardo ad una sua possibile radicalizzazione.

I viaggi in Pakistan e Afghanistan all’origine della sua radicalizzazione

E invece a detta del padre dell’uomo oggi accusato di essere l’autore degli attentati negli Usa dei giorni scorsi, è proprio in quelle “trasferte” – nel 2011 Rahami si recò per diverse settimane a Kandahar, in Afghanistan, e Quetta, città pachistana considerata la roccaforte dei talebani, e nell’aprile del 2013 tornò in Pakistan, dove sarebbe rimasto fino al marzo dell’anno seguente, spostandosi due volte, durante quegli 11 mesi, in Afghanistan in macchina – che l’attentatore si sarebbe radicalizzato. Incattivito. Non a caso, allora, anche i vecchi amici del quartiere del 28enne afghano naturalizzato americano fanno risalire l’inizio della sua trasformazione proprio ai primi viaggi, in Afghanistan e Pakistan, da dove tornò preferendo gli abiti tradizionali islamici alle magliette e ai jeans che indossava prima. E non è ancora tutto: Rahami, che aveva sempre frequentato la moschea con la famiglia, divenne sempre più religioso, cominciando a pregare meticolosamente anche nel retro del fast food del padre. Tutti segnali che oggi, a una settimana dalle bombe a Chelsea (New York) e alla stazione di Elizabeth nel New Jersey, acquistano nuovi, inquietanti risvolti…

 

 

 

 

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