Bombe a Manhattan: decine di feriti. Ancora terrorismo a New York?

18 Set 2016 8:13 - di Redazione

Un boato, una grande nuvola di fumo nel centro di Manhattan. Un ordigno è esploso alle 20.30 nella zona di Chelsea, tra la 23ª strada e la Sesta Avenue. Al momento il bilancio è di 29 feriti, uno in gravi condizioni. Il sindaco Bill de Blasio, arrivato sulla scena dell’esplosione, ha dichiarato che «si è trattato di un atto intenzionale, ma che allo stato attuale delle indagini non ci sono evidenze che lo colleghino al terrorismo». Un paio d’ore più tardi gli artificieri hanno trovato una seconda bomba quattro isolati più a nord, in un Dodge Caravan parcheggiato sulla 27ª strada, tra la Sesta e la Settima Avenue. Il dispositivo somiglia a una pentola a pressione simile a quella utilizzata nell’attentato alla maratona di Boston, ha riferito un agente di polizia, si legge su “il Corriere della Sera“.

Paura del terrorismo a New York

Pochi minuti fa le catene televisive americane hanno diffuso il primo video. Le immagini riprese da una telecamera di sicurezza mostrano l’attimo dello scoppio, ma l’inquadratura è stretta: si vede un lampo e persone in fuga. Gli investigatori ritengono che il congegno sia stato preparato in modo sommario, artigianale e sarebbe stato collocato in un cassonetto della spazzatura. Secondo un’altra ipotesi, invece, potrebbe essere stata lasciata in una borsa sul marciapiede.

Seconda bomba-auto trovata inesplosa

In un primo tempo si era pensato a una fuga di gas, ma le testimonianze raccolte e i rilievi dei vigili del fuoco, accorsi in modo massiccio, hanno escluso del tutto questa ipotesi. L’area dell’attentato, pochi isolati da Eataly e dal grattacielo Flatiron, è una delle più vitali, piena di bar, ristoranti e discoteche. Il sabato sera è frequentata soprattutto dai giovani. Racconta Filomena Soleil, una donna che abita in zona, lavora come designer e che si trovava sulla 23ª strada al momento dello scoppio: «Ero appena scesa dall’autobus e stavo entrando nel negozio di fronte a comprare una rivista. Sulla porta ho sentito un rumore fortissimo, un’esplosione. Mi sono girata e ho visto una nuvola di fumo, proprio nel mezzo di un palazzo. Non ho visto feriti, ma tante persone che cominciavano a correre nella mia direzione. Mi sono messa a correre anch’io, abbiamo girato l’angolo e ci siamo rifugiati in un ufficio di Fedex sulla Sesta Avenue. Ho avuto una paura enorme, sono ancora spaventata. Non ho sentito odore di gas e ho pensato subito a un attacco. Non so se sia terrorismo o cosa. Pochi giorni fa qui abbiamo ricordato l’11 settembre».

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