Sisma, ecco le proposte di Azione nazionale per la ricostruzione
«L’Italia ha bisogno di un grande Piano di manutenzione nazionale che affronti in modo sistemico il rischio sismico nei centi abitati e il dissesto idrogeologico». Fausto Orsomarso, Mario Ciampi e Antonio Triolo di Azione nazionale illustrano le proposte per la ricostruzione e la messa in sicurezza anti-sismica del territorio. Il nodo centrale è quello dei fondi europei. «L’Europa, di fronte a queste sofferenze e al rischio di nuove stragi – spiegano – non può rispondere con richiami a paletti tecnici o contabili. Il tema della prevenzione non esiste a Bruxelles e l’Italia ha il dovere di rimetterlo al centro della discussione. Le risorse per intervenire, infatti, ci sono ma passano per un ripensamento del sistema di contribuzione al bilancio europeo. Nel solo 2014 l’Italia ha versato nelle casse dell’Unione europea sette miliardi in più di quanti ne ha ricevuti».
Azione nazionale, ecco la proposta per la ricostruzione
Ed ecco nel dettaglio cosa propone Azione nazionale: svincolare i fondi necessari per l’emergenza dal contributo al bilancio Ue di quest’anno. Liberare dal Patto di stabilità e da tutti i conteggi relativi ai vincoli europei i finanziamenti indispensabili per la ricostruzione nelle zone terremotate e le opere di prevenzione sulle aree sismiche. E, infine, rivedere i criteri di ripartizione del bilancio Ue per permettere la riduzione strutturale del contributo finanziario a carico dei Paesi esposti al rischio di catastrofi naturali e impegnati a realizzare grandi piani di messa in sicurezza dei propri territori. Dulcis in fundo, spiegano Orsomarso, Ciampi e Triolo «è necessario rinegoziare la destinazione delle risorse già assegnate alle Regioni per metterle a disposizione della prevenzione del rischio sismico e renderle immediatamente utilizzabili». Se, ipotizzano gli esponenti di Azione nazionale, di fronte alle nuove richieste del governo italiano di aprire trattative, le risposte dell’Ue continuassero a essere evasive, dopo tanti richiami della Bce e della Commissione europea, «per una volta sia l’Italia a scrivere una lettera a Bruxelles comunicando ai partner europei che cominceremo a trattenere dal contributo netto dovuto all’Unione, i fondi necessari alla prevenzione delle emergenze sismiche ed idrogeologiche del Paese. Questo è l’unico modo in cui un Paese sovrano può reagire, di fronte al susseguirsi di tragedie che oggi queste regole rendono impossibile prevenire».