Arresti anarchici, gli agenti: c’è un pericolo comunista, ma è sottovalutato

6 Set 2016 15:24 - di Redazione

«È da tempo che denunciamo l’attualità e la reale concretezza di un “pericolo rosso” che dal passato torna a far sentire il suo miasma in un Paese che già, per altro verso, vive un pericoloso clima anti-polizia». Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindacato indipendente di polizia interviene dopo gli arresti di sette anarchici in tutta Italia. «Quanto emerso nella brillante inchiesta sfociata nell’operazione “ScriptaManent” – sostiene – conferma un insistente quanto subdolo tentativo di riesumare pericolosi estremismi sopiti ma mai davvero scomparsi».

Arresti di anarchici, il Coisp: il pericolo “rosso” è noto da tempo

Principale tratto distintivo degli anarchici arrestati, secondo il Coisp, è «l’insofferenza e l’odio verso gli appartenenti alle forze dell’ordine, oggi quanto mai bersaglio di rappresaglie, di ritorsioni, di tentativo di delegittimazioni, di criminalizzazioni, di svuotamento del proprio stesso ruolo, e di asservimento a logiche di potere che ne vorrebbero gli appartenenti ridotti a meri burattini servi e non servitori». La stessa intelligence italiana, nell’ultimo rapporto informativo al Parlamento, ha rimarcato questi pericoli e le reali insidie legate al mondo dell’estremismo di sinistra, prosegue Maccari, «ma senza che ciò abbia determinato alcuna seria e ferma presa di posizione di politica ed istituzioni, né alcun atteggiamento di forte riprovazione verso qualsivoglia atteggiamento di insofferenza verso le forze dell’ordine. Tutto questo fa male quanto se non più delle bombe».

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