Spinello libero, Cantone finisce sotto accusa: «Tesi assurde, si dimetta»

19 Ago 2016 11:58 - di Redazione
cannabis

«Io sono contrario su tutta la linea alla legalizzazione della cannabis perché non serve a combattere le mafie e non è utile a migliorare la cura di malattie». Silvio Garattini, farmacologo e direttore dell’Istituto Negri in un’intervista al Messaggero si è schierato contro lo spinello libero.  La legge all’attenzione del Parlamento è «confusa e frutto di elaborazioni che definirei particolari», ha sottolineato. «Non è normale che la legge consenta di tenere per sé piccole dosi di cannabis per ragioni mediche. Se si tratta di un farmaco va trattato come tale, ovvero va prescritto dai medici e distribuito dalle farmacie. Non esiste il fai da te che la legge parrebbe consentire in questo caso. Peraltro ricordo che già ora esiste la possibilità di coltivare la cannabis per ragioni farmacologiche attraverso istituti militari definiti dalla legge».

Garattini: contrario allo spinello libero, tabacco e alcol

«Io sono accanitamente contrario al tabacco e all’alcol – ha proseguito Garattini – Pertanto trovo assurdo che si parli con tanta superficialità di liberalizzare le droghe leggere. Fumare fa male sempre e allora perché allargare il campo delle possibilità di fumare? Per me è un atteggiamento non solo sbagliato ma incomprensibile». Il tabacco solo in Italia ogni anno fa “circa 70mila” morti, ha aggiunto, «il problema andrebbe risolto alla radice ma lo Stato è in chiaro conflitto d’interesse perché incassa molti miliardi dal consumo di tabacco e alcol e dunque lo tollera». Colpire la criminalità organizzata? «La legalizzazione comporterebbe l’arrivo di una tassa sulla cannabis e suppongo che la criminalità continuerebbe a venderla sempre a prezzi più bassi di quelli legali».

Spinello libero, Gasparri: Cantone deve dimettersi

Anche Maurizio Gasparri è sceso in campo per contestare le affermazioni di Cantone. «A distanza di ventiquattr’ore – ha sottolineato – emerge ancora di più la pericolosità e la pochezza di Cantone. Andando fuori dalle sue competenze, si è messo a delirare sul tema della droga dicendo cose senza fondamento e venendo smentito da un magistrato ben più valoroso e serio come il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Gratteri, che da massimo esperto nella lotta al narcotraffico ha ribadito quanto sarebbe illusorio e sbagliato legalizzare la cannabis perché non scalfirebbe i guadagni della criminalità». Per il senatore di Forza Italia «Cantone si deve dimettere». «Come può combattere la corruzione – si è chiesto Gasparri – chi propone una scelta amorale e devastante come quella della legalizzazione della cannabis? È un corruttore di coscienze, ben più pericoloso dei fenomeni che dice di voler combattere, con un protagonismo politicista proteso ad alimentare una carriera personale. Lo invitiamo ancora una volta a riflettere sulle parole di Borsellino e Gratteri».

Il procuratore di Reggio Calabria: va evitato l’uso di tutte le droghe

«Io sarei per mantenere la legislazione vigente», ha detto alla Stampa il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. «Oggi chi fa uso di hashish e marijuana deve fare i conti con il rischio di essere schedato come consumatore di droghe leggere. Legalizzarle cambierebbe la prospettiva: è prevedibile che, almeno in una fase iniziale, con l’entrata in vigore della nuova normativa consumo e diffusione possano aumentare. Ritengo che andrebbe evitato l’uso di tutte le droghe».

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