La nuova vita di Katharina Miroslawa: l’amante diabolica è libera e lavora

18 Ago 2016 10:29 - di Paolo Sturaro

Katharina Miroslawa commercia vini italiani a Vienna e ha trovato l’amore: «Un uomo divertente e sensibile», con cui vuole sposarsi in chiesa. Lo annuncia alla Gazzetta di Parma l’ex ballerina polacca, oggi 54enne, condannata nel ’93 a 21 anni e 6 mesi quale mandante dell’omicidio dell’industriale Carlo Mazza, suo amante, il cui cadavere venne ritrovato a Parma nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1986, a bordo di una Renault coperta di neve. Per il delitto fu condannato a 24 anni l’ex marito Witold Kielbasinski, che era anche il suo partner negli spettacoli nei night.

Il giallo di Katharina Miroslawa

Il giallo tenne banco per anni su giornali e tv: secondo le tesi dell’accusa, movente dell’assassinio furono due polizze sulla vita, per oltre un miliardo di vecchie lire, che Mazza aveva stipulato a favore di Katharina Miroslawa. Un’ipotesi da lei sempre respinta. Dopo sette anni di latitanza e dodici anni di carcere, passati in gran parte alla Giudecca di Venezia, e uno in affidamento ai servizi sociali, dal 25 giugno 2013 è una donna libera. E se n’è andata nella capitale austriaca, residenza dei genitori. Del nuovo compagno dice: «È svedese e lavora nel settore informatico, sa tutto e crede nella mia innocenza». E sul processo: «Vorrei la revisione ma servono un buon avvocato e tanti soldi, e io adesso non li ho». Madre di Niki, 36 anni, che vive ad Amburgo e nove anni fa l’ha resa nonna, Katharina Miroslawa nega di avere un’altra figlia: «Una delle favole messe in giro durante gli anni della latitanza, mi sarebbe piaciuto ma non esiste». Ora continua a fare la traduttrice per un’azienda informatica, ma il suo nuovo orizzonte è agente di commercio nel settore vinicolo: «Ho cominciato da tempo a promuovere vini italiani, soprattutto prodotti di nicchia, ricercati. Lavoro con ristoranti, negozi, privati. Ma vorrei ampliare la gamma, portare anche il Prosciutto e i salumi emiliani, che qui non sono molto diffusi».

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