Fischia il vento e infuria la bufera a Firenze. L’ira dei partigiani contro Nardella

14 Ago 2016 11:52 - di Monica Pucci

“Oh partigiano, portami via, Nardella ciao, Nardella ciao, Nardella ciao ciao ciao…”. Si scherza, ma stavolta il “Bella ciao” va riadattato al sindaco di Firenze, Dario Nardella, erede di Renzi, quindi ancor meno gradito ai permalosissimi partigiani toscani, che hanno di fatto scomunicato il primo cittadino per quello che considerano un clamoroso sgarbo istituzionale, storico e politico. La città festeggia la liberazione dai nazisti e nessuno invita l’Anpi? Fischia il vento e infuria la bufera, a Firenze…

La lettera indignata dei partigiani a Nardella

Ma cos’è accaduto esattamente? Lo ricostruiscono in una lettera aperta al sindaco gli stessi partigiani fiorentini: “Per la prima volta nelle ricorrenze della giornata della liberazione di Firenze dall’occupazione tedesca, nessun rappresentante dell’ANPI, erede dei partigiani che combatterono per la cacciata dell’esercito nemico, lasciando sul terreno, secondo le cronache, 205 morti e 435 feriti, è stato invitato a prendere la parola in ricordo di quella giornata, che meritò alla città la prima medaglia d’oro della storia repubblicana da parte del capo del Governo Ferruccio Parri. Riteniamo incomprensibile e grave tale scelta, in primo luogo verso le partigiane ed i partigiani che hanno combattuto per la città di Firenze… Vogliamo comunque credere che si sia trattato solo di uno sfortunato episodio…”.

La replica stizzita del Comune di Firenze

La replica è arrivata attraverso un comunicato del vicesindaco Cristina Giachi, dai toni fermi e quasi infastiditi: «Il Comune di Firenze è orgoglioso e fiero della propria storia antifascista e della medaglia d’oro conquistata durante la Resistenza, l’amministrazione non dimentica l’imprescindibile supporto dei tanti ragazzi partigiani che hanno dato vita e anima perché la città e l’Italia tutta avessero di nuovo pace e libertà. Ma quest’anno il clima geopolitico mondiale e i recenti accadimenti terroristici che hanno funestato il continente hanno suggerito al sindaco di affrontare questi temi, e quelli della libertà religiosa e della convivenza civile tra popoli, collegandoli alla Liberazione della città…”. I partigiani, quindi, forse non erano indispensabili…

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