Ergastolani al congresso dei Radicali: in rivolta la polizia penitenziaria

18 Ago 2016 9:50 - di Gianluca Corrente

La polizia penitenziaria si oppone fermamente all’ipotesi di trasferire a Rebibbia alcuni ergastolani per il congresso dei Radicali che si terrà dal primo al 3 settembre. «Sono assolutamente contrario a un’iniziativa di questo tipo, la ritengo pericolosa, anche perché coinvolge soggetti che in gran parte non si sono ravveduti, non hanno dato segni di pentimento. E non vorrei che dietro ci fosse anche il tentativo di annacquare il 41 bis». Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, non ha dubbi, è un’idea da scartare.

Si tratta di ergastolani pericolosi, mafiosi e killer

Era stata proprio l’Osapp a lanciare il sasso, qualche giorno fa, denunciando in un comunicato la possibilità del trasferimento di 44 detenuti ergastolani legata a una richiesta avanzata dai Radicali al Dap. E ora questa possibilità sta facendo discutere. Al congresso dei Radicali – riportava l’Osapp, uno dei sindacati della polizia penitenziaria – sono previsti i saluti del ministro della Giustizia Andrea Orlando, del Direttore del Dap Santi Consolo e del direttore di Rebibbia Mauro Mariani. «Nulla di male, anzi tutto bene, tenuto conto di quanto l’universo radicale in generale e Marco Pannella in particolare sono stati per decenni e tuttora siano protagonisti e partecipi delle trasformazioni in termini di civiltà, progresso e legalità delle carceri italiane», sottolinea Beneduci. Il problema è legato alla scelta dei 44 detenuti, 34 dei quali – riferisce l’Osapp – sono AS1, cioè «41bis declassificati perché in genere di notevole calibro all’interno delle associazioni criminali di stampo mafioso. E 12 – sottolinea Beneduci – hanno divieto di incontrarsi fra di loro». L’idea sarebbe di trasferirli per qualche giorno a Rebibbia «dove peraltro non c’è posto», sottolinea Beneduci. Dei 44 detenuti, 34 sono ergastolani e tra questi ci sarebbero, Giovanni Alfano, condannato per concorso nell’omicidio di Silvia Ruotolo, uccisa per errore a Napoli nel 1997 in una sparatoria; Giuseppe Lucchese, già uomo di Totò Riina; gli appartenenti alla Stidda condannati per l’omicidio del giudice Livatino, Salvatore Calafato, Giovanni Avarello e Gaetano Puzzangaro (quest’ultimo nel giugno scorso ha chiesto perdono), e ancora appartenenti alla Sacra corona unita. I detenuti si trovano ristretti nel carcere milanese di Opera, a Parma e a Voghera. «Trasferirli – sottolinea Beneduci – comporterebbe anche un problema di costi, oltre che di sicurezza. La stessa partecipazione si può assicurare via Skype o via intranet».

Arriva il no del ministro Orlando

Nulla in contrario a organizzare il congresso di un partito, quello Radicale, in un carcere, ma un secco “no” all’ipotesi di trasferire per l’occasione oltre 40 detenuti, tra cui numerosi ergastolani, dall’istituto in cui sono rinchiusi a quello scelto per la convention: Rebibbia. Andrea Orlando, ministro della Giustizia, che pure condivide molte delle battaglie dei Radicali a favore dei carcerati e a Pasqua, poche settimane prima che morisse, si recò a trovare Marco Pannella a casa sua insieme a 4 detenuti proprio per dare un segnale, manifesta «stupore» e si dice «nettamente contrario».

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