Certi veneziani non ne possono più, volantini contro i turisti: andate via

18 Ago 2016 18:26 - di Giovanni Trotta

Un luna park sulla laguna, tra tuffatori improvvisati nei canali e ciclisti che percorrono indisturbati le calli, bivacchi ai piedi del campanile di San Marco e visitatori che sgomitano in costume da bagno davanti alle vetrine griffate. È l’immagine che in questi giorni d’agosto, notoriamente i più affollati dell’anno, Venezia sta offrendo al mondo. Un volto certo non decoroso che alimenta la rabbia di chi in città vive e dei turisti d’assalto non ne può più. Al punto da scriverlo in bella vista in alcuni volantini apparsi (e poi tolti) dai muri del sestiere di Castello: «tourists go away». La ribellione ai barbari della laguna è alimentata dagli ultimi episodi, come il tuffo in notturna di un turista dal Ponte di Rialto che ha centrato un taxi acqueo o le zuffe agli imbarcaderi, dove i residenti, in teoria, avrebbero la priorità di salita sui vaporetti. Nonostante di turismo viva tutta Venezia, grazie al miliardo e mezzo di fatturato generato da 24 milioni di ospiti l’anno, per i residenti la misura è colma. L’esasperazione e il dibattito passano soprattutto attraverso la ‘rete’. È di ieri un video, con decine di migliaia di visualizzazioni, in cui una veneziana redarguiva in inglese e tedesco un gruppo di ragazzotti in costume da bagno pronti a tuffarsi in canale, nonostante i divieti, nei pressi di Campo San Vio.

I veneziani ne hanno abbastanza dei bivacchi

A nulla possono neppure gli “angeli del decoro”, un gruppo di volontari che, d’intesa con l’amministrazione municipale, presidia Piazza San Marco per evitare bivacchi e campeggi all’aperto. Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione Veneziana Albergatori, punta l’indice sulla gestione del turismo nei mesi estivi, fatto soprattutto di pendolarismo e di ospiti che scambiano la città per una località balneare. «Venezia diventa un autentico luna park – accusa – è un problema di gestione dei flussi». Sulla soluzione non ha dubbi: «Bisogna differenziare i punti di accesso a Venezia, permettendo solo a chi risiede o lavora di arrivare a Piazzale Roma – spiega, annunciando per settembre la presentazione di un piano dettagliato degli albergatori -. I visitatori devono essere fermati sulla gronda lagunare». L’idea è quella di creare due terminal, uno a Tessera e uno a Fusina, dai quali gli ospiti sarebbero trasbordati alle Zattere e alle Fondamenta Nuove, per alleggerire l’impatto su San Marco. E poi più informazione. «Il 30% della tassa di soggiorno – dice Scarpa – deve servire a fornire tutte le notizie utili ai turisti, divieti compresi». Gli albergatori si dicono contrari comunque al numero chiuso (significherebbe che Venezia non è più una città sottolinea il direttore) e aspettano con impazienza che arrivi settembre. «Con la Mostra del Cinema (istituita dal fascismo, nda) – conclude Scarpa – gli ospiti cambiano e al turismo da spiaggia si sostituisce una tipologia di visitatori culturalmente ed economicamente più elevata».

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