
Usa, dilaga la violenza: la polizia uccide un altro afroamericano
Esteri - di Bianca Conte - 9 Luglio 2016 - AGGIORNATO 12 Agosto 2018 alle 10:09
Ancora violenza. Ancora sangue per le strade. Ancora polemiche. E così, è successo ancora: un uomo, un afroamericano, brandisce la pistola puntandola contro gli agenti, e viene ucciso. È accaduto a Houston, in Texas: un episodio, questo dell’ennesimo scontro tra agenti e cittadini di colore, che infiamma gli animi già surriscaldati, a stretto giro dalla tragedia di Dallas.
Houston, la polizia uccide un afroamericano armato
Provocazione? Desiderio di vendetta? Semplicemente uno stato d’alterazione degenerato in dramma? Ancora presto per dirlo: fatto sta che quanto accaduto a Houston si innesta su un terreno particolarmente scivoloso che rischia di far precipatare la situazione da un momento all’altro. Ma tant’è: in base a quanto riferito dai media locali, nella notte, nella parte sud della città texana, gli agenti notano un uomo che si aggira per le strade armato: è un afroamericano. Intercettato, l’uomo agita una pistola puntandola anche contro i poliziotti, tanto che, alla loro richiesta di mettere giù l’arma, il sospetto risponde prima agitandola in aria, e poi puntandola contro le forze dell’ordine. Gli agenti a quel punto aprono il fuoco, esplodendo diversi colpi e uccidendo l’uomo.
Usa, cortei, disordini e arresti un po’ ovunque
Nel frattempo, non tutti i numerosi cortei organizzati in Usa per protestare contro l’uccisione di due neri da parte della polizia, si sono conclusi pacificamente: a Rochester, per esempio, nello stato di New York, la polizia ha arrestato per disordini 74 persone, tra cui due reporter afroamericani, a cui poi il sindaco e la polizia hanno presentato le proprie scuse. Altri tre arresti sono stati eseguiti invece a Phoenix, dove le forze dell’ordine hanno usato spray urticanti e sparato pallottole non letali per impedire che un raduno del movimento Black Lives Matter bloccasse un’autostrada.
Tutti fuori pericolo i poliziotti feriti
E, in mezzo a tanto dramma, almeno una buona notizia: stando a quanto comunicato dal sindaco di Dallas, Mike Rowlings, sono tutti fuori pericolo i sette poliziotti feriti durante la sparatoria in città, alcuni dei quali già dimessi dall’ospedale, e altri in attesa di lasciare il nosocomio. Vengono intanto raccolte le testimonianze di infermieri e operatori sanitari presso il Baylor University Medical Centre che hanno risposto all’emergenza con alcuni che raccontano di aver temuto il peggio: «Pensavamo che potesse essere come ad Orlando», in Florida, dove il personale medico aveva assistito decine di feriti dopo la sparatoria al club gay Pulse il mese scorso.
di Bianca Conte