Una lite tra amici degenera e finisce in tragedia: 24enne ucciso a coltellate

7 Lug 2016 16:48 - di Bianca Conte

Una litre tra amici finisce in tragedia: una tragedia il cui potenziale di sgomento aumenta proprio per la solidità del legame che univa vittima e assassino, i due protagonisti di questa vicenda assurda, accaduta nella notte di mercoledì a Vercelli. E sul terreno resta l’ennesima giovane vita spezzata senza un perché…

Lite tra amici degenera e finisce in tragedia

Aveva appena 24 anni, allora, il ragazzo ucciso in un palazzo del rione Concordia: si chiamava Daniel Napolitano. Secondo le prime ricostruzioni era in compagnia dell’amico 23enne, Alessandro Rizzi, nella casa in cui abita, in via Gramsci 10 – i due ragazzi abitavano a pochi metri di distanza l’uno dall’altro – quando tra loro è scoppiata una lite. Una lite che potrebbe essere degenerata in tragedia, trasformando nel giro di pochi minuti un ragazzo nel carnefice del suo caro amico. A quanto trapela sul caso, durante il diverbio il 23enne avrebbe rincorso l’altro ragazzo per le scale, arrivando poi – è quello che stanno cercando di appurare gli inquirenti – a colpirlo con due coltellate risultate mortali. Quindi, forse nel tentativo di disfarsi dell’arma, avrebbe gettato il coltello dalla finestra di casa. L’arma è poi caduta nel giardino del condominio dove è stata ritrovata dalla polizia. A lanciare l’allarme sono stati alcuni vicini di casa, che hanno sentito delle urla. I poliziotti hanno accompagnato il presunto autore del gesto in questura dove è stato a lungo sotto interrogatorio e dove risulta attualmente in stato di fermo, sospettato di aver ucciso l’amico Daniel la notte scorsa. «Il mio assistito è emotivamente sconvolto e ha collaborato fin da subito con l’autorità giudiziaria, rendendosi disponibile a chiarire gli aspetti della vicenda», ha detto, al termine dell’interrogatorio Monica Grattarola, suo difensore di fiducia. Il 23enne, attualmente disoccupato, vive insieme con la nonna nel palazzo di via Martiri del Kiwù 10. Stando alle prime ricostruzioni, la lite con Napolitano, amico di sempre, è nata all’interno della sua abitazione per futili motivi, forse un dispetto, per poi proseguire sul pianerottolo, dove sono state inferte le coltellate mortali. Nelle scorse ore il giovane è stato interrogato dal pubblico ministero Francesco Alvino, il quale non ha ancora stabilito la data dell’udienza di convalida del fermo.

Lite tra amici: ecco chi era la vittima

Il corpo della vittima dunque – il magazziniere 24enne Daniel Napolitano, originario di Vercelli – è stato trovato sulle scale al quarto piano del palazzo dove abita l’amico ora sospettato dell’omicidio. Ragazzi come tanti, i due, famiglie come tante, situazioni come tante. A fare la differenza, però, almeno a detta del parroco del rione Concordia a Vercelli, don Antonello Solla, sarebbe il disagio. «Qui ci sono persone generose e cordiali, ma è presente una certa situazione di disagio che andrebbe affrontata in modo sinergico da tutte le istituzioni», ha detto il prelato commentando a caldo l’omicidio di Daniel Napolitano, il ragazzo di 24 anni ucciso con due coltellate inferte, a quando pare, da un amico, ancora sotto interrogatorio. «Qui i giovani, per mancanza di lavoro – ha proseguito il religioso – vivono un disagio che talvolta sfocia nella violenza. C’è bisogno di maggiore attenzione da parte della Chiesa e del Comune». Intanto risulta ancora sotto torchio in Questura il 23enne che, a quanto si apprende, a inizio giugno aveva sparato alcuni colpi con un’arma ad aria compressa contro l’ufficio postale dello stesso rione Concordia, mentre si trovava sul balcone di casa di sua nonna. Questa bravata gli era costata una denuncia per danneggiamento aggravato e getto pericoloso di cose.

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