Strage di Dacca: Torino si ferma per i funerali di Claudia D’Antona
Funerali oggi a Torino, nella parrocchia di Gesù Nazareno di piazza Benefica, di Claudia D’Antona, l’imprenditrice 55enne assassinata tra atroci torture nella strage di Dacca che ha visto la morte di altri otto italiani. A officiare la cerimonia monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo della città, insieme col parroco, padre Ottorino Vanzaghi e a don Luigi Ciotti. In chiesa i parenti più stretti della donna, tra cui il marito Giovanni Boschetti, scampato alla strage, e la sorella Patrizia, ma anche le autorità cittadine, a partire dal sindaco Chiara Appendino, centinaia di anonimi cittadini. La cerimonia è stata preceduta da un minuto di silenzio nella piazza antistante il Municipio. Tra i presenti Lorenzo e Simone Barbero, marito e figlio di Antonella Sesino, la dipendente comunale uccisa nell’attentato al museo del Bardo.
Nell’omelia ricordata con la strage di Dacca anche quella del Bardo
«Claudia e suo marito Gianni si impegnavano in modo concreto a favore di quelle donne che in Bangladesh vengono sfregiate con l’acido da mariti o amanti che vogliono punirle e umiliarle nella loro dignità. Questo particolare impegno sociale è come una luce che illumina ora il cammino di Claudia nel buio della morte, verso il Signore che ne riconoscerà i meriti proprio perché ha saputo amare chi non era amato, aiutare chi era in difficoltà ridando dignità e speranza alla sua vita»: è uno dei passaggi dell’omelia dell’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ai funerali di Claudia D’Antona, una delle nove vittime italiane della strage di Dacca. Nosiglia, che ha ricordato la tragedia del 18 marzo 2015 al Museo del Bardo di Tunisi, ha rimarcato che «il fanatismo fondamentalista di qualsiasi stampo ottenebra le menti, chiude i cuori, conduce ad atti e comportamenti barbari» e che «uccidere in nome di Dio è una bestemmia». Nei giorni scorsi Gian Galeazzo Boschetti, scampato alla morte al contrario della moglie Claudia D’Antona, ha ricostruito con i carabinieri del Ros, la dinamica del tragico attacco. Sentito come testimone, Boschetti, da 22 anni in Bangladesh, ha ribadito di essere sopravvissuto grazie ad una telefonata che lo aveva fatto uscire dal locale e di non aver mai avuto sentore che potesse accadere una cosa del genere.