Scontro tra treni, è iniziato a Bari lo straziante riconoscimento delle salme
I vigili del fuoco lavorano senza sosta: la ricerca incessante attorno ai resti dei due treni che si sono scontrati nelle campagne tra Andria e Corato, in Puglia, in un tratto in cui la ferrovia è a binario unico, è andata avanti per tutta la notte. Una cinquantina di vigili del fuoco, assieme agli altri soccorritori, hanno continuato a tagliare e spostare le lamiere contorte dei due convogli alla ricerca di eventuali dispersi: un lavoro, ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco di Bari Curzio, ancora lungo.
Scontro tra treni: esclusa la presenza di altri dispersi
Lungo e straziante:i vigili del fuoco stanno demolendo progressivamente i pezzi delle carrozze più incidentate, poi procederanno alla complessa operazione di rimozione dei resti. Un lavoro articolato a cui hanno preso parte si da subito anche le unità cinofile, indispensabili per escludere la presenza di altre persone sotto quel resta del convoglio. Fino alle 7 di questa mattina, però, non sono stati recuperati né individuati altri corpi. E allora, al momento, confermano fonti del Dipartimento della Protezione Civile, il bilancio ufficiale resta dunque quello della tarda serata di ieri: 27 morti accertati e 50 feriti ancora ricoverati negli ospedali pugliesi, di cui una decina in gravi condizioni. Intanto, è da poco cominciato, attorno alle 9 di questa mattina, al Policlinico di Bari, il lavoro per il riconoscimento delle salme: un’operazione molto complessa viste le condizioni di molti dei corpi recuperati.
Iniziato il riconoscimento salme: un’operazione complessa
Quella appena cominciata sarà una giornata difficile. Allo choc per la tragedia si unisce lo strazio del riconoscimento delle vittime, un’attività sempre complessa in questi casi. Come confermato in queste ore anche dal responsabile della Protezione Civile Fabrizio Curcio che – ai microfoni del Tg1 – ha detto: «Dobbiamo dare un nome e un cognome a questi resti». Resti recuperati tempestivamente e completamente grazie a una macchina dei soccorsi che ha funzionato bene e a cui hanno preso parte 600 persone. Una macchina ancora in funzione che, come anticipato poco sopra, ha accertato che «non dovrebbero esserci altri dispersi». E così, mentre il drammatico bilancio del disastro ferroviario aggiorna il suo bollettino, arriva la straziante richiesta che i parenti delle vittime – accolti da psicologi e crocerossine – hanno rivolto al personale dell’istituto di Medicina legale del policlinico di Bari dove da questa mattina è cominciato il riconoscimento delle salme: «Vi prego, fateci entrare, fateci vedere i nostri cari». Vittime delle quali, via via che passano le ore, si comincia a ricostruire il percorso umano tragicamente interrotto dallo scontro tra i due treni di martedì. E allora, tra i tanti parenti delle vittime, troviamo anche il cognato della mamma di Francesco Tedone, 19 anni, morto nel violento impatto: «Stava tornando a casa – dice – era andato a trovare un’amica. Al momento – aggiunge – sono qui io, non so quando arriverà sua madre che è straziata dal dolore». I parenti dovrebbero attendere di fronte all’istituto di Medicina legale dove è stata allestita una postazione della Croce rossa e un’altra della Protezione civile sta per essere realizzata. Ma nessuno vuole allontanarsi dal luogo in cui si trova il corpo del loro caro. E all’esterno dell’istituto di Medicina legale cominciano ad accalcarsi molte persone. Tra loro anche molti giovani che vengono consolati da persone più grandi.