Raggi parte male: un contenzioso inguaia l’assessore comunista Berdini
Gli uomini e le donne della giunta Raggi ancora devono piazzarsi sulle poltrone e hanno già le loro gatte da pelare. Prendete l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, presentato come uno dei fiori all’occhiello della giunta pentastellata romana. Si professa ancora oggi, nel 2016, comunista. Il video è relativo a un intervento dell’urbanista dedicato alle giunte guidate dai sindaci romani del Partito comunista. Con occhio nostalgico ai bei tempi andati di Togliatti e Berlinguer. Il che la dice tutta sulla sua visione politica dell’assessore grillino. Ma il problema è di chi ha votato M5S convinto di aver dato uno schiaffo alla sinistra romana. Semmai le grane per Berdini sono altre: il docente universitario, meglio come conosciuto come il signor No dell’edilizia romana, si è già fatto una discreta pubblicità con le sue dichiarazioni contro lo stadio della Roma. Dichiarazioni puntualmente confutate dagli addetti ai lavori e sulle quali ha collezionato figuracce su figuracce.
Lo “scoop” del Fatto: Berdini ha un contenzioso da 30mila euro
Come se non bastasse, nelle ultime ore sul Fatto quotidiano è apparsa una notizia che mette in imbarazzo lui e i duri e puri del Movimento grillino. Marco Lillo ha scoperto infatti che Berdini ha un contenzioso da trentamila euro per un progetto di riqualificazione di un castello a Torrenova, sulla Casilina. «Il punto delicato – scrive il giornalista del Fatto – è che come progettista si sarebbe fatto pagare diecimila euro nel 2011-2012 senza emettere fattura». Berdini, secondo la ricostruzione del quotidiano diretto da Marco Travaglio, sostiene che deve essere ancora pagato interamente e che è finito in mezzo a una disputa tra gli eredi dei proprietari del Castello di Torrenova, famoso per la tragica storia di Beatrice Cenci. Finita decapitata. A proposito di decapitazioni e di ghigiliottine. Per un’omessa fattura da diecimila euro la furia moralista grillina decapiterà anche il neo-assesssore comunista?