La Piaggio Aerospace inaugurata 2 anni fa da Renzi manda a casa 132 lavoratori

28 Lug 2016 18:07 - di Paolo Lami

Il 7 novembre scorso s’era speso non poco arrivando fin lì, in quella fabbrica nuova di zecca a Villanova d’Albenga, per l’inaugurazione in pompa magna dello stabilimento e aveva esortato i giornalisti a scrivere di questa “bella storia”. Matteo Renzi aveva salutato per nome i manager: «Ciao Carlo (Logli, Ammistratore Delegato), ciao Alberto (Galassi, presidente)». E poi, a seguire, un fiume di suggestioni. Da vero venditore di scope ed enciclopedie porta a porta. Un discorso vibrante, quello di Renzi. Parlava di valori e di tante altre belle storie. Cose che cozzano un poco, oggi, con il piano industriale di Piaggio Aerospace: 132 esuberi su 1300 lavoratori. E dismissione delle attività non strategiche come la produzione di motori e la manutenzione civile con il passaggio degli addetti alla nuova proprietà. Che, per ora, ancora non c’è, va cercata.
Non un bel biglietto da visita né per Renzi e le sue trombonate demagogiche da imbonitore sul quale ora si scarica la rabbia dei lavoratori che si sentono presi per i fondelli. «Non è accettabile qualunque piano industriale che prevede esuberi – avvertono inferociti dalla Fiom Cgil di Genova sottolineando di non essere disponibile ad aprire alcuna «discussione che non abbia la conferma delle linee del precedente piano». Muro totale, dunque, di fronte al piano di cessioni ed esuberi che l’azienda ha giustificato per i costi elevati dello sviluppo dei nuovi prodotti».
Il piano lascia a casa «132 lavoratori ora in cassa integrazione- accusa duramente il sindacato – e traccia un futuro incerto per coloro che lavorano alla produzione motori, 350, e alla manutenzione dei mezzi civili, 90, che uniti a quelli che devono passare a Laerh che ha acquisito alcune lavorazioni di Piaggio, complessivamente sono 650 su circa 1300».
«Per noi vale il piano  del 2014 – avvertono dalla Uil – nessun lavoratore può essere lasciato per strada. Il piano è nebuloso, non è chiaro quale sia l’impegno del Governo vista anche la golden power che esercita su Piaggio».
«Quel documento per noi non ha alcun valore perché l’azienda si rimangia le promesse fatte anche un mese fa quando sosteneva di salvare settori e personale così come prevedeva il piano presentato due anni fa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri», dicono dalla Fiom. Un bel problema per Matteo Renzi e le sue sparate suggestive. Vatti a fidare degli amici. Ciao Carlo, Ciao Alberto…

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