#maipiùsola: Polverini in campo contro il femminicidio (video)

19 Lug 2016 16:20 - di Redazione

“Causa del decesso: lasciata sola”. È la scritta che compare sul volantino che annuncia una mobilitazione in 100 piazze italiane il 30 luglio ed il 6 agosto per dire “no al femminicidio”. L’iniziativa presentata dalla vice presidente della commissione Lavoro Renata Polverini e patrocinata dalla Camera dei Deputati è frutto di un’azione comune del sindacato Ugl e del patronato Enas. Una mobilitazione, accompagnata anche da una campagna sui social con l’hashtag #maipiùsola, pensata proprio per l’estate perchè, come sottolinea Stefano Cetica presidente dell’Enas: “I diritti non vanno in vacanza. Noi pensiamo che non si possa relegare a mero fatto di cronaca nera il femminicidio né si può delegare solo alle Istituzioni e alle forze dell’ordine un dramma”. L’obiettivo della campagna promossa insieme all’Ugl è quello di “bonificare” il contesto sociale ed anche economico in cui avvengono questi delitti. 100 gazebo saranno presenti nei maggiori capoluoghi in cui sarà distribuito anche “un libro in cui sono contenuti tutti i diritti che le donne esigono in più – aggiunge ancora – i nostri collaboratori saranno a disposizione per ascoltare i problemi dei cittadini”. L’obiettivo spiega il segretario generale dell’Ugl Paolo Capone è quello di fare “un check up dei diritti delle donne. Crediamo che una grande organizzazione sindacale debba fare anche questo ecco, perchè siamo impegnati in una campagna di sensibilizzazione su un problema gravissimo che ne nasconde in realtà 10.000”. In prima linea a sostenere la campagna per il “NO” al femminicidio è poi la Polverini che coglie l’occasione per ricordare che negli anni della presidenza della regione Lazio erano stati istituiti negli ospedali dei percorsi rosa riservati alle donne vittime di violenze che potevano accedere alle cure senza dover passare dal pronto soccorso. Per la deputata di Forza Italia però oltre alla lotta al crimine va posta l’attenzione anche sulla crescita culturale, in particolare quella delle nuove generazioni: “Tutti devono collaborare alla crescita delle giovani generazioni. Il processo di islamizzazione a livello globale – osserva in riferimento agli ultimi fatti – mette a rischio la crescita culturale in particolare per le donne”.

 

 

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