Bari, aggredirono e seviziarono un’anziana: condannati tre romeni

6 Lug 2016 19:00 - di Redazione

Il gup del Tribunale di Bari Roberto Oliveri del Castillo ha condannato a pena comprese fra i 10 e i 4 anni di reclusione tre cittadini di nazionalità romena accusati di rapina aggravata, lesioni personali e violenza sessuale ai danni di una anziana signora, aggredita e seviziata nella sua casa in provincia di Bari nell’agosto 2015. Il giudice, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha condannato il 26enne Flavius Daniel Tara Lunga alla pena di 10 anni di reclusione, il 40enne Ovidius Flavius Daniel Lacatus alla pena di 6 anni e 8 mesi, il 36enne Benone Lautaru alla pena di 4 anni di reclusione.

Gli imputati, difesi dagli avvocati Luca Bruno e Stefano Remine, dovranno anche risarcire la vittima, una 70enne di origini olandesi, per un importo da quantificare in sede civile. I fatti risalgono alla notte fra il 17 e il 18 agosto 2015. Stando alle indagini della Polizia, coordinate dal pm Marco D’Agostino, i tre uomini si sarebbero introdotti nell’abitazione della donna attraverso una finestra sulla veranda. Con i volti coperti da calzamaglia avrebbero aggredito l’anziana signora alle spalle, mentre era seduta in poltrona, davanti alla televisione. L’avrebbero presa a pugni, torturata con una pistola elettrica, legata mani e piedi. Tara Lunga, mentre i complici mettevano a soqquadro l’abitazione, avrebbe trascinato la donna in camera da letto, violentandola. Prima di allontanarsi, portando via un televisore e una borsa con dentro alcuni oggetti e 100 euro, i tre avrebbero anche minacciato di morte l’anziana dicendo che sarebbero tornati se avesse denunciato quanto era appena accaduto. Dopo essere riuscita a liberarsi dalle corde annodate attorno ai polsi, la vittima ha subito chiesto aiuto ai vicini. È stata soccorsa, accompagnata in ospedale e ha poi presentato denuncia. All’identità di Tara Lunga si è presto risaliti perché la donna aveva riconosciuto la sua voce, in quanto fratello dell’ex badante del suo defunto marito. Le successive indagini hanno consentito di identificare gli altri due.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *