CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Al centro d’accoglienza spranghe e coltelli tra musulmani e cristiani

Al centro d’accoglienza spranghe e coltelli tra musulmani e cristiani

Cronaca - di Ginevra Sorrentino - 3 Luglio 2016 - AGGIORNATO 3 Luglio 2016 alle 18:52

Spranghe di ferro, bastoni di legno, e poi coltelli, asce, e qualunque oggetto possa colpire, ferire, annientare il nemico: che nella fattispecie è chiunque non rientri nello stesso credo religioso, nella stessa etnia politica. Un principio che anima la jihad e che a Dacca, una volta di più, ha rivelato tutta la portata del suo orrore.

Violenta rissa tra profughi musulmani e cristiani

E allora, non siamo in Siria e neppure in Iraq; ma in un comune del veneziano dove qualche giorno fa si è scatenata una rissa tra immigrati ospiti di un centro d’accoglienza e dove, per qualche ora, si è riprodotta seppur nei minimi termini, una sorta di mini-jihad tra cristiani e musulmani ammassati nella ex base militare di Conetta (frazione di Cona), una struttura “improvvisata” ormai da mesi in luogo deputato al ricovero di profughi e richiedenti asilo. E allora, sono quasi 700 gli immigrati che – come riporta un articolo ben informato e dettagliato nel suo resoconto del Giornale – ospiti della ex base, convivono in quel centro in mezzo al nulla: un nulla i cui confini sono tutt’oggi circoscritti da un reticolato di filo spinato.

Una mini-jihad nel centro d’accoglienza

Una sorta di polveriera pronta ad esplodere che l’altra sera, intorno alle 19.30 è arrivata al culmine in una spietata maxi rissa tra richiedenti asilo: uno scontro senza esclusione di colpi che, secondo fonti vicino al Giornale, sarebbe esploso tra “nigeriani cristiani che se la sono presa con pachistani e afghani musulmani”. ” Si sono colpiti come bestie – riporta il quotidiano milanese – usando coltelli, asce, bastoni di legno, spranghe e tubi di ferro. Insomma, tutto quello che capitava loro sottomano. Una sorta di mini-jihad – rileva ancora l’articolo – trasportata qui nelle nostre terre, e dovuta al fatto che i cristiani in Nigeria vengono massacrati dai musulmani, così, una volta qui, si vendicano”.

Scene da guerriglia: un inferno di altri mondi

Scene da guerriglia hanno punteggiato una sceneggiatura violenta fino a poco fa appartenente ad altre realtà ma che, innestate sul nostro terreno, continuano a riprodurre scenari e conseguenze tipici dello scontro tra religioni ed etnie diverse. Una rabbia e una sete di violenza implose da troppo e pronte a venir fuori quando meno te lo aspetti: il pretesto è occasionale, la vera motivazione è un odio religioso che affonda le sue radici nella storia, anche recente. “I tumulti sono durati a lungo. E il giorno dopo la notizia è trapelata – conclude il Giornale – confermando la violenta rissa, con calci, pugni e diversi copi proibiti. Alcuni residenti, preoccupati per il via vai di volanti e ambulanze sono andati nella ex base, giovedì sera, ma dall’esterno, raccontano ora, non si vedeva nulla. E infatti, l’inferno era all’interno. Un inferno che rischia ancora più di bruciare alzare le fiamme”…

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

3 Luglio 2016 - AGGIORNATO 3 Luglio 2016 alle 18:52