Renzi ammette: «Dato molto difficile. Ma la legge elettorale non si cambia»
Matteo Renzi non abbandona il cliché al quale è avvezzo. Sempre spocchioso, ma adesso anche riflessivo. Del resto i dati elettorali sono quel che sono. “Non si sono ancora chiusi i seggi e già si torna al solito teatrino della prima Repubblica per cui hanno vinto tutti. Io non sono così e noi abituati a vincere non siamo tra quelli che dicono che abbiamo vinto. E’ un dato molto difficile”. Eccolo: è quel “molto difficile” perciò l’eufemismo usato in conferenza stampa dal premier giocoliere. Non può dire che ha vinto, ma non vuole ammettere di avere perso. La filosofia di Renzi è tutta qui. Ottimismo di facciata da diffondere a piene mani anche quando tutto propende per il contrario. E subito rilancia. Come sulla questione spinosa della legge elettorale: “Noi – scandisce il premier – siamo quelli che sostengono il premio alla lista e non alla coalizione, lo confermo su tutta la linea oggi, non è che cambiano idea: il premio va alla lista”. Poi torna sul voto amministrativo per complimentarsi con Giachetti: “ha fatto un mezzo miracolo, onore al merito, è stata una campagna molto molto difficile e ora c’è, è in campo. Se la giocherà al ballottaggio”. Nel complesso, secondo Renzi, il voto di domenica “è un dato molto difficile da commentare a livello nazionale e del resto lo avevamo detto che non si doveva giudicare il risultato come politico nazionale. I numeri lo dimostrano”. Facile obiettare come i numeri domostrino, al contrario, che il voto è contro di lui e le sue politiche. Ma Renzi è sordo. E da quell’orecchio proprio non ci sente. Perciò insiste: “E’ difficile un giudizio complessivo. Impossibile dare da parte dei commentatori un giudizio uniforme”. Prova anche a scherzarci su, Renzi: “Secondo me gli italiani votano sulla base di ciò che propone l’esperienza amministrativa locale. Sanno scegliere, fanno zapping sulla scheda elettorale”. Ma poi è cotretto a prendere atto, ad esempio, del dato napoletano. Così deve ammettere che “il risultato peggiore del Pd è a Napoli, è un risultato che riguarda la città di Napoli dove il Pd non riesce ad esprimersi al meglio. Napoli è città meravigliosa ma è un baco per il Pd”. E perciò annuncia per Napoli “una soluzione commissariale molto forte”. Infine Milano. Qui Renzi fa professione di fede: “Sala è un ottimo candidato, credo che il ballottaggio sarà bello e Sala ha tutte le condizioni per farcela e segnalo che sta al 41,9 non al 30-25%. È uno dei risultati migliori e non sono per niente deluso da Sala”. Chissà, magari tra due settimane una delusione, e pure cocente, gliela darà Stefano Parisi.