Nuovi scontri: la rabbia Hooligan segno che l’Europa è una polveriera

11 Giu 2016 18:00 - di Corrado Vitale

I campionati europei 2016 non sono partiti come una festa del calcio, ma come una eclatante manifestazione della crisi sociale europea. Nuovi incidenti sono scoppiati oggi a Marsiglia. La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni per sedare scontri fra Hooligan inglesi, russi e francesi, scoppiati questo pomeriggio nella zona del vecchio porto. Gli Hooligan si sono poi dispersi nelle stradine circostanti. Alcuni, racconta il sito della rete televisiva BfmTv, hanno continuato a picchiarsi fra loro, strappandosi le magliette a vicenda e brandendo bottiglie di birra. Soccorso di emergenza a un Hooligan inglese rimasto a terra, nella zona del Vecchio porto. La polizia, raccontano i testimoni diretti, è intervenuta per un massaggio cardiaco. Le condizioni sembrano serie, e sul posto è accorsa una autoambulanza per il pronto soccorso. La situazione sembra essere tornata calma, almeno per ora, al porto di Marsiglia dopo che la polizia locale ha fatto ripetutamente uso di gas lacrimogeni. Poco prima, secondo quanto ha riferito un testimone alla Bbc, alcuni tifosi inglesi, che sanguinavano, erano stati portati via da poliziotti.

Fin qui la cronica di questa giornata di teppismo diffuso. Ma questa ennesima esplosione di violenza non può essere confinata nell’ambito degli ordinari problemi di ordine pubblico che siamo soliti associare da vari decenni al tifo calcistico. Si intravede in controluce qualcosa di ulteriore, qualcosa di peggiore. L’odierna rabbia degli Hooligan ha un propellente nuovo: la crisi economico sociale senza precedenti che stanno vivendo oggi i popoli europei. Tale circostanza non giustifica di certo il teppismo, però deve suggerire altre riflessioni. E la prima riflessione da fare è che l’Europa sta diventando una polveriera, una esplosiva miscela di tensioni che si nutrono dell’impoverimento progressivo dei ceti medi e dei ceti popolari, di inedite insicurezze, di nuove paure e frustrazioni. Un’ostilità crescente monta contro le classi dirigenti europee. Sottovalutare questo inedito disagio potrebbe essere letale. Se il disagio non ha uno sbocco nel cambiamento e nella riconquista di un’alternativa potrebbe diventare un forza distruttiva e incontenibile.

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