Nel Bresciano la festa dei Bersaglieri, un mito che resiste da 180 anni.

18 Giu 2016 16:39 - di Redazione

Passano gli anni, anzi i decenni, ma il fascino dei Bersaglieri non accenna minimamente a diminuire. Il mito del “fante piumato” sfida l’usura del tempo, come plasticamente dimostrano i 15 mila che si sono dati appuntamento in questo fine settimana a Rovato, nella provincia di Brescia, per celebrare i 180 anni della fondazione del Corpo. Ai Bersaglieri sono legate tantissime pagine della nostra storia nazionale, persino pre-unitaria. Circostanza, questa, che ha reso popolarissimo il Corpo fondato dal generale Alessandro La Marmora nell’ormai lontanissimo 1836.

«Spigliatezza e impeto» le parole d’ordine dei Bersaglieri

«Spigliatezza ed impeto» furono le parole d’ordine cui un il Corpo fu tenuto a battesimo. Oggi, in un’epoca del tutto diversa, ne sono restate il tratto distintivo che ha finito per rendere inconfondibili i fanti piumati nel pur ricco e variegato italiano. La manifestazione gode del patrocinio di Lombardia, Valle d’Aosta e Piemonte, di dieci province e oltre cento Comuni. Alla parata di Rovato ha presenziato  il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, militare di carriera, e il generale di divisione Giuseppenicola Tota in rappresentanza del capo di Stato Maggiore dell’esercito.

I “fanti piumati” eroi della tradizione popolare

Le fiamme cremisi – dal colore del caratteristico fez dei Bersaglieri – hanno deposto corone ai vari monumenti cittadini per poi lasciare il posto, nel pomeriggio, alla celebre fanfara che si esibirà per l’arrivo del presidente nazionale, Marcello Cataldi, con il medagliere dell’Associazione bersaglieri. Poi messa nella chiesa di Santa Maria Assunta e in serata concerto congiunto delle fanfare. La giornata clou è quella di domenica, quando, preceduti dalla fanfara militare e da un picchetto dell’11esimo Reggimento, i Bersaglieri, sfileranno a passo di corsa di fronte alle autorità militari e civili.

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