Meloni sulla Brexit: «Basta, questa Ue è marcia. Juncker e gli altri si dimettano»

25 Giu 2016 19:21 - di Antonio Pannullo

«Juncker e la commissione devono dimettersi, l’Unione Europa va chiusa e rifondata». Lo chiede Giorgia Meloni che, a Parma, è tornata a parlare degli esiti della Brexit. Giorgia Meloni è presente a Parma per la convention di Matteo Salvini. «I veri antieuropeisti – ha detto – sono quelli che hanno trasformato le istituzioni europee in un comitato d’affari, basta guardare a Juncker e alla commissione nel suo complesso: io credo che dopo il risultato di ieri si dovrebbero dimettere. Questa Unione europea non può essere riformata, perché è marcia fino nelle fondamenta. Bisogna chiuderla e avviare un processo di integrazione fra nazioni libere basata sui bisogni e gli interessi dei popoli». La Meloni ha aggiunto: «Io non capisco chi nel centrodestra riesce ancora a stare nel Partito popolare europeo, perché è stato ampiamente dimostrato come siano stati esponenti del Ppe a privare il governo italiano dell’ultimo governo democraticamente eletto e sostituirlo con una serie di governi fantoccio», riferendosi anche alle parole di molti esponenti di Forza Italia sulla Brexit, ancorate al Ppe.

 Per la Meloni l’Unione va chiusa e rifondata

Parlando del centrodestra, poi, la presidente di Fratelli d’Italia ha detto che «alla gente piace una proposta chiara che sia moderata nei comportamenti, ma radicale nei contenuti, piacciono idee chiare, e non le ammucchiate. Dobbiamo costruire un centrodestra che abbia a cuore gli interessi del popolo italiano. Io spero che ci possa essere un’unità del centrodestra più ampia possibile, partendo però dai contenuti. Nessuno è indispensabile, l’unica cosa indispensabile è il consenso e il popolo. Io spero si possa tenere ampio il più possibile questo fronte, ovviamente quello che è accaduto nelle elezioni amministrative non è secondario, hanno rappresentato una brutta battuta d’arresto». E ha concluso: «Quando il centrodestra decide di rinsavire – ha detto – e tornare a fare politiche alternative a Renzi si può tornare a parlare. Adesso la situazione non è molto fluida, ma iniziative di questo tipo possono essere interessanti. L’appello è rivolto a tutti, però per ricostruire su basi solide, non ci dobbiamo più prendere in giro perché abbiamo visto come va a finire, alla fine si fanno gli interessi di altri. noi ci siamo speriamo ci vogliano essere anche tanti altri».

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