Di Maio tenta i “moderati”: “Abbiamo tante affinità su tasse e migranti”

30 Giu 2016 8:18 - di Redazione

Fuori dall’euro ma dentro l’Unione, con un fisco più amico delle imprese e più rigore sull’immigrazione. Ecco l’Italia pentastellata secondo Luigi Di Maio, leader già in vetta alle quotazioni di un futuribile toto-premier, e fin qui è facile capire come mai tanti elettori del centrodestra orfani di un proprio candidato ai ballottaggi abbiano votato M5S. Ma restano anche le differenze, alcune forse inconciliabili. Il Giornale ha chiesto a Di Maio quale anima prevarrà. Di Maio, riuscirete e mantenere un rapporto con il popolo del centrodestra in futuro? «Non credo più all’esistenza di elettori di centrodestra e di centrosinistra. Esistono persone che si sentono di centrodestra e centrosinistra e istanze di categorie che prima si riconoscevano in uno schieramento ma che si sentono abbandonate da chi doveva interpretarle».

Luigi Di Maio (M5s) «Tante affinità tra noi grillini e gli elettori di centrodestra»

Alleanze non ne fate, si sa. Ma con la Lega ai ballottaggi avete flirtato. «Ai ballottaggi si è visto che esiste un popolo deluso dalla Lega che vota per noi mentre non c’è un popolo deluso dal M5S che vota per loro». Quindi esclude un fronte referendario anti Renzi? «Noi non vogliamo personalizzare i referendum, ma convincere gli elettori che quella riforma bloccherà il Paese. E poi Renzi spesso non fa ciò che dice, quindi magari perde il referendum e poi rimane». Sulla Brexit avete fatto un po’ di confusione e votato con Farage contro l’uscita rapida del Regno Unito. Qual è la vostra linea? «I vertici Ue vogliono una cacciata rapida degli inglesi come ripicca, vogliono colpirne uno per educarne cento».

Di Maio: “Noi vogliamo abolire l’Irap”

Possibili temi su cui c’è affinità culturale con l’elettore di centrodestra: il fisco? «È un problema bipartisan: vivere nel Paese con la pressione fiscale più alta del mondo per responsabilità di entrambe le parti politiche che ci hanno governato. Noi vogliamo abolire l’Irap, tassa immorale, ingiusta e incostituzionale e poi abbiamo finanziato la nascita di 2.100 nuove imprese attraverso tagli agli stipendi dei nostri parlamentari per 17 milioni di euro».

Migranti, “Ma quale accoglienza, ora è solo business”

Sull’immigrazione: accoglienza come ora? «Ma quale accoglienza, ora è solo business. E la prima cosa sarebbe depurarla dai privati, enti, cooperative e Onlus, che ci lucrano e creano corruzione. Noi non rinunciamo alla distinzione tra chi ha il diritto di essere accolto e chi deve essere rimandato indietro e bisogna puntare su una selezione più veloce. E poi rivedere il trattato di Dublino, perché anche tra 100 che arrivano e hanno diritto all’asilo, tré dovrebbero restare da noi e 97 essere distribuiti tra i Paesi europei».

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