Formia, 15enni all’inferno: costrette a prostituirsi e a subire violenze
La storia si ripete: ancora baby prostitute. Ancora aguzzini pronti a sfruttare fragilità e disagio, paura e immaturità. Ancora uomini senza scrupoli, magari padri di famiglie, sicuramente professionisti integerrimi, pronti a soddisfare i propri appetiti sessuali senza porsi domande, farsi problemi. E così, la giovane vita di due quindicenni di Formia si trasforma in un inferno; in un vicolo cieco che non lascia intravedere possibili via d’uscita.
Formia, l’inferno di due 15enni costrette a prostituirsi
E allora, costrette a prostituirsi anche sotto la minaccia di morte, ricattate e spaventate, le due ragazzine protagoniste e vittime della sconcertante vicenda vivevano in un cono d’ombra che le aveva risucchiate, fagocitate, annichilite; in un inferno quyotidiano che le allontanava sempre di più da quella che avrebbe dovuto essere la loro normalità di adolescenti acerbe e spensierate. Un incubo quotidiano fatto di costrizioni, vessazioni, ricatti, droga e sfruttamento, che gli agenti del commissariato di Formia, cittadina in provincia di Latina, hanno scoperto dopo che una delle due, dopo un litigio con i genitori preoccupati per le cattive frequentazioni della figlia, era fuggita di casa. In carcere sono finiti in tre: un 19enne, Pasqualino Fabbricatore originario di Minturno, che era l’organizzatore del giro di prostituzione, il procacciatore di clienti e lo sfruttatore delle due adolescenti; un coetaneo di Fabbricatore e un immigrato di 35 anni, quest’ultimo accusato di violenza sessuale e di avere ceduto droga ad una delle due ragazzine.
Un inferno fatto di abusi, minacce, sfruttamento sessuale e droga
E proprio a casa dell’immigrato la ragazzina si rifugia dopo essere scappata di casa ed è qui che avviene la violenza sessuale, oggetto di indagine, che poi ha portato a scoprire la terribile storia di prostituzione minorile. La giovane, così ascoltata anche da una psicologa, racconta tutto tra le lacrime. Racconta dell’inferno in cui era piombata mesi prima e da cui non riusciva più come uscire: incontri sessuali a pagamento, tre volte a settimana e anche cinque al giorno. Minacce di morte al suo rifiuto. Il ricatto di raccontare tutto alla sua famiglia, persone benestanti e preoccupate per il comportamento di quella figlia ribelle e «con cattive frequentazioni». Costretta anche a marinare la scuola per gli incontri sessuali che il 19enne le procacciava e che si consumavano in una stanza in affitto a Formia. Ma anche nell’ abitazione del giovane sfruttatore. Le tariffe variavano a seconda dell’età dei clienti e lo sfruttatore incassava il 50%. Sui clienti ora gli agenti indagano. Molti sono ultraquarantenni e professionisti, un giro ampio, oltre la città Formia. Professionisti disposti a pagare più di cento euro. Disposti a sfruttare ragazzine abusate e minacciate, costrette a vivere nella paura e nel ricatto.
Tante botte a tutti e galera ed immediato trasferimento dell’immigrato nel paese d’origine;