Il centrodestra è vivo: adesso servono un capo e un programma chiaro
Il centrodestra non è morto. Su 25 Comuni capoluogo di Provincia porta candidati al ballottaggio in 16 casi e vince una volta al primo turno. Ma è frantumato. Ha gambe ma non ha testa. È uno stato d’animo più che una coalizione. Un arcipelago di elettori, invece che una forza politica. Però proprio queste Amministrative ci ricordano che dovunque ritrova un capo e un progetto ridiventa competitivo. Si capisce ora molto meglio di che materiale deve essere fatto il bostik per riattaccarne i pezzi, si legge su “il Corriere della Sera“.
Su 25 Comuni capoluogo di provincia il centrodestra porta candidati al ballottaggio in 16 casi
Se fosse davvero morto, diciamoci la verità, tutto sarebbe più semplice, e il complicato triangolo della politica italiana si sarebbe risolto in un nuovo, forse brutale, ma elementare bipolarismo tra la stella di Renzi e le cinque stelle di Grillo. E invece no. Perché su 25 Comuni capoluogo di provincia il centrodestra, nelle sue varie fogge e formazioni, porta candidati al ballottaggio in 16 casi e vince una volta al primo turno, più o meno come il centrosinistra che conquista 18 ballottaggi (e ha già vinto domenica in tre Comuni). Tanto per avere un’idea delle proporzioni, basti pensare che il M5S va al ballottaggio in tre città (in due grandi capitali come Roma e Torino con percentuali da capogiro, più Carbonia).
Forza Italia è allo stremo, ma è ancora il primo partito del centrodestra in Italia
D’altra parte, se il centrodestra fosse davvero morto oggi Renzi respirerebbe meglio, avrebbe un serbatoio di voti cui attingere per fronteggiare l’assalto grillino, vedrebbe nascere l’embrione di un Partito della Nazione. E invece travaso non c’è: neanche il buon pastore Verdini, sui cui sentieri avrebbero dovuto transumare un po’ di pecorelle smarrite, porta voti da quella parte. Con Ala non si vola né a Napoli né a Cosenza né a Grosseto. È anzi da considerarsi fallito il primo connubio elettorale alla luce del sole, con comizi congiunti, tra il centrosinistra e il centro destra. Si può dire allora che è morta Forza Italia, spazzata via dalla nuova destra leghista e fratello-italiota? A Roma certamente, il partito di Berlusconi prende percentuali irrisorie, quasi umilianti, sotto il cinque. A Torino pure. Ma per niente a Milano, anzi il contrario: lì Forza Italia supera il 20% e quasi doppia la Lega; e a Napoli, dove sommando i suoi voti con le liste civiche di Lettieri sorpassa il Pd. Forza Italia è allo stremo, ma è ancora il primo partito del centrodestra in Italia. L’Opa di Salvini non c’è stata.