Bruxelles, lascia Lord Hill, lobbista uomo di Cameron troppo vicino alla City
Il primo a lasciare in seguito al terremoto politico-burocratico di Brexit, e subito dopo David Cameron, è un nobile ex-lobbista, uomo forte nella Ue dell’ex-primo ministro inglese, grande esperto di Comunicazione e accusato, più volte, di essere troppo vicino agli interessi finanziari della City.
Lord Jonathan Hill, Commissario europeo per i servizi finanziari e uomo di David Cameron a Bruxelles, considerato un vero fuoriclasse oltreché uno dei più convinti euroscettici in passato, lascia la poltrona dove lo propose il leader dei Tory fra molte polemiche e lo mise Juncker che oggi si rammarica amaro delle dimissioni dopo aver cercato di trattenerlo: «ho tentato di convincere Lord Hill a rimanere come Commissario. Lo considero un vero europeo e non soltanto un Commissario britannico. Tuttavia capisco la sua decisione e la rispetto. Con mio grande dispiacere, la situazione si sta modificando», ammette il presidente della Commissione Europea. Che ricorda il momento in cui scelse Hill per quella poltrona così prestigiosa e delicata: quella scelta era stata fatta «come segno della mia fiducia nell’appartenenza del Regno Unito all’Unione europea». Ma ora molte cose, troppe, non sono più quelle che erano un tempo.
Ex-leader dei Conservatori della Camera dei Lord, 56 anni il prossimo luglio, esperto di comunicazione e con un passato da sottosegretario all’Istruzione, Lord Jonathan Hill, sin dalla sua nomina a Commissario Ue ai servizi finanziari, è stato considerato l’uomo forte di Cameron a Bruxelles. Quando Downing Street scelse lui come Commissario britannico, il primo novembre 2014, lo stesso Cameron definì questo rampollo della nobiltà inglese, laureato in Storia al Trinity College di Cambridge come «un’eccellente combinazione tra esperienza nel settore pubblico e privato».
Tuttavia, la scelta caduta su Jonathan Hopkin Hill, Baron Hill of Oareford come responsabile della stabilità finanziaria europea, generò, da subito, parecchi dubbi.
Secondo molti suoi detrattori, questo ex-lobbista era troppo vicino agli interessi della finanza e delle banche della “City” per poter svolgere in modo equilibrato il suo ruolo di regolatore indipendente all’interno dell’esecutivo europeo.
Negli ultimi tempi è stato lui a interloquire, in modo molto serrato, con il Presidente della Commissione Economica dell’Europarlamento, Roberto Gualtieri, sul delicato fronte del sistema bancario italiano.
Sposato dal ’98 con Alexandra Jane, la figlia dell’eroe di guerra della Seconda Guerra mondiale, John Nettelfield, un figlio e due figlie, non ha mai nascosto il suo passato di euroscettico. Una linea culturale, oltre che politica ricordata anche oggi, nel giorno del suo addio alla Commissione: «Sono arrivato a Bruxelles come qualcuno che aveva fatto campagna contro l’ingresso della Gran Bretagna nell’Euro e che era scettico sull’Unione. Lascio oggi certo che, malgrado le tante frustrazioni, la nostra membership fosse giusta per determinare il nostro posto nel mondo e per la nostra economia. Ma quello che è accaduto non si può cancellare e ora dobbiamo lavorare affinché le nostre nuove relazioni con l’Europa funzionino il meglio possibile».
Juncker lo ha velocemente sostituito con l’ex-premier lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea dopo aver consultato Martin Schulz. Come dire: da noi ce le cantiamo e da noi ce le suoniamo. Poi ha promesso che ne parlerà con Cameron.