Voragine Lungarno, Publiacqua smentisce il sindaco di Firenze
Durante le concitate e drammatiche fasi dello sprofondamento del Lungarno Torrigiani a Firenze, la burocrazia e la disorganizzazione del Comune e della sua municipalizzata, Publiacqua, hanno dato il peggio di sé. E’ quanto è emerso dalla ricostruzione della vicenda, in particolare dall’esame del server del centralino dal quale risulta che dal Comune di Firenze hanno chiamato tre volte Pubbliacqua ma, incredibilmente, non hanno poi atteso la risposta dell’operatore, chiudendo la telefonata prima che qualcuno da Publiacqua rispondesse.
Al call center guasti di Publiacqua sono certissimi di questo: «da una prima ricostruzione effettuata sul registro informatico delle chiamate in arrivo, risultano, a partire dalle 6.30, tre chiamate riconducibili proprio alla struttura operativa del Comune; le telefonate sono entrate nel sistema di risposta che prevede un tempo di attesa al risponditore automatico e un tempo di attesa per parlare con operatore. Tutte le chiamate sono state interrotte dal chiamante mentre era in attesa di parlare con l’operatore».
Così, con una nota, Publiacqua replica al sindaco di Firenze, Dario Nardella, smentendolo, visto che ieri, durante la comunicazione al Consiglio comunale di Firenze, sul crollo del Lungarno Torrigiani della scorsa settimana ha riferito che dopo lo sprofondamento del manto stradale alle 6 «la centrale operativa del Comune non è riuscita a contattare Publiacqua fino a dopo le 7».
«I tempi di attesa – spiega ancora la società – sono riconducibili all’elevato flusso di telefonate che si sono susseguite in quei minuti. In 54 minuti Publiacqua ha ricevuto infatti 104 chiamate».
Resta, comunque, inspiegabile, come sia possibile che non esista alcun manuale delle procedure e che, in caso di emergenza, il Comune sia costretto ad accordarsi, per poter parlare con la municipalizzata, alle telefonate degli altri utenti perdendo, come si è visto, tempo prezioso nella gestione di un eventuale disastro.