Troppi immigrati, adesso l’Europa alza nuovi muri. E’ la fine di un’era
Altri sei mesi di controlli alle frontiere di cinque Paesi del nord Europa ma una multa di 250 mila euro per ogni migrante non accolto in base all’acqua e solidale partecipazione comune» all’emergenza immigrazione. Iniziativa che il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha definito «un ricatto». È la proposta della Commissione europea, che ha dato così il suo «via libera» all’estensione temporanea dei controlli alle frontiere dell’area Schengen, si legge su “Il Tempo“. Un «nullaosta» limitato all’Austria, al confine con la Slovenia e con l’Ungheria, alla Germania, al confine con l’Austria, alla Danimarca, al confine con la Germania, alla Svezia, nei porti della Police Region South e al ponte Oresund, e alla Norvegia, nei porti collegati con Danimarca, Svezia e Germania.
Da UE estensione temporanea dei controlli alle frontiere dell’area Schengen
La decisione, «in linea con il codice delle frontiere Schengen», è motivata dal fatto che «nonostante i progressi fatti dalla Grecia» nella gestione dei flussi, «non tuttele carenze identificate sono state risolte alla scadenza dei tre mesi» fissati. La Commissione conferma comunque il suo obiettivo di ritornare «a un funzionamento normale dell’ area Schengen» e di «eliminare tutti i controlli ai confini interni» entro la fine del 2016. La «raccomandazione» è stata presentata dal vicepresidente vicario della Commissione Ue Frans Timmermans e dal commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos. «Noi siamo contro la chiusura dei confini. Tentiamo di costruire ponti, permantenere Schengen funzionante. Dai recenti incontri tra i ministri, mi pare di capire che stiano per risolvere il problema» sorto al passo del Brennero, ha detto Avramopoulos in conferenza stampa a Bruxelles.
Affrontata anche la questione del confine fra Italia e Austria
Timmermans ha spiegato che al «momento non ci sono indicazioni che esista un problema di flusso di migranti da risolvere», «il paragone tra il Brennero e la rotta balcanica non è basato sui fatti, è basato sulle emozioni», e «non vedo elementi a questo stadio che possano giustificare la chiusura del confine traAustria e Italia», ha dichiarato. Da parte sua, un portavoce del ministero dell’ Interno austriaco hariferito all’agenzia Apa che Vienna interpreta la scelta della Commissione Ue come «una conferma delle misure prese finora» e che, quindi, non ci sono ostacoli «a nuove misure al confine con l’Italia, qualora la situazione dovesse cambiare». Per il nostro presidente del Consiglio «ciò che abbiamo visto dall ‘altro lato del Brennero è puro esercizio di propaganda», ma «si tratta di una operazione pericolosa, perché gioca con la paura» e «paradossalmente» si rischia di rafforzare «quelli che sono più bravi ad agitare gli spettri del passato».