Torna libera la maestra che maltrattava i bimbi in un nido di Roma
Torna libera la maestra di un nido comunale di Roma arrestata il 19 aprile con l’accusa di maltrattamenti aggravati a seguito di lunghe e accurate indagini che hanno portato anche al fermo di altri due operatori. E se i carabinieri intervenuti nella sede de Il Nido nel parco a metà del mese scorso hanno disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di una delle tre maestre, e la sospensione dall’incarico per le altre due, in queste ore, a circa venti giorni dagli arresti domiciliari, è tornata libera l’educatrice accusata di aver inflitto maltrattamenti fisici e psicologici ai piccoli e indifesi utenti della struttura comunale. A deciderlo, naturalmente, il tribunale del Riesame, accogliendo l’istanza avanzata dal difensore della donna, l’avvocato Marco Maria Monaco.
Torna libera la maestra che maltrattava i bimbi
Dunque, dopo un breve periodo di fermo, un giudice ha sostituito la misura restrittiva con la sospensione dell’esercizio dell’attività di educatrice. Secondo il gip l’educatrice, insieme a due sue colleghe sospese dall’insegnamento, era stata protagonista di episodi di violenza nei confronti di bambini di età compresa tra i dodici e i ventiquattro mesi, vittime indefese della violenza inconsulta di adulti a cui erano stati affidati, genitori ignari di quanto accadeva all’interno delle mura di quel nido romano. Un luogo che avrebbe dovuto accoglierli amorevolmente e dove invece i piccoli venivano strattonati, afferrati di peso e trascinati per un braccio da una parte all’altra.
Schiaffi, scossoni e urla all’ordine del giorno
Un luogo dove bambini tra i 12 e i 24 mesi venivano in alcuni casi forzati a mangiare, anche a costo di mandare giù rigurgiti e conati. Di più: in base a quanto emerso dalle registrazioni effettuate da telecamere nascoste, ai piccoli sarebbe stata tappata la bocca per evitare che vomitassero. E altrettanto violente sarebbero state le reazioni delle maestre alle piccole disobbedienze dei bambini: schiaffi, scossoni e urla erano infatti all’ordine del giorno. Così come sembra fosse una pratica in uso quella di assicurare i più piccoli ai passeggini, anche per un lungo arco temporale, lasciati in disparte a piangere mentre magari altrove si svolgevano altre attività, come in qualunque asilo “normale”. Ma in quel nido comunale di normale, per quanto ineriva al comportamento delle maestre sotto accusa, c’era davvero ben poco…