Strage di Erba, i legali di Olindo e Rosa giocano la carta delle intercettazioni
Ci sono novità sulla strage d’Erba: la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, come si legge su Il Giorno.it, gioca una nuova carta e si rivolge alla Cassazione per chiedere una sorta di arbitrato per mettere fine al rimpallo di competenze fra Brescia e Como su chi deve disporre l’esame di nuovi reperti. I difensori, Fabio Schembri, Nico D’Ascola, Luisa Bordeaux chiedono che le intercettazioni di conversazioni dei Romano tra di loro e con amici e conoscenti, mai prese in esame entrino nel procedimento. L’ex netturbino e la moglie, sono all’ergastolo come responsabili dell’eccidio compiuto la sera dell’11 dicembre 2006 in un grande condominio di ringhiera, in via Diaz a Erba.
Strage d’Erba, i legali di Olindo e Rosa si rivolgono alla Cassazione
«Molti – ha detto il difensore Schembri a Il Giorno.it – hanno ritenuto che il fatto che Olindo e Rosa non parlassero del massacro fosse un indizio di colpevolezza. Ci sono delle intercettazioni telefoniche e ambientali che dimostrano il contrario. All’udienza preliminare chiedemmo che venissero trascritte e non lo furono. Chiedemmo che entrassero nel fascicolo processuale e non furono acquisite». Intercettati in auto, i coniugi s’interrogano su chi possa essere stato, quasi litigano sulle ipotesi, parlano di Frigerio, ferito. Rosa conversa al telefono con un’amica, che le consiglia un’assistenza legale. Olindo riceve la chiamata da un avvocato che li ha visti nei tg, si parla di Frigerio che avrebbe riconosciuto il suo aggressore in un vicino. L’uomo rassicura la moglie: «Guarda, Rosa, non voglio dare soldi a un avvocato. Cinquecento euro non ce li possiamo permettere. Il vicino di casa non sono io». «Siamo di fronte – ha detto Schembri – a due attori da Oscar oppure, come crediamo, sono due innocenti che discorrono con la coscienza tranquilla».