Sordomuti, la parola a portata di app: basteranno un tablet e gli interpreti Lis

10 Mag 2016 14:02 - di Giulia Melodia

La parola a portata di app, anche per i sordomuti. Il virtuosismo tecnologico applicato alla scienza medica torna a dare i suoi frutti: stavolta a beneficiarne sono le persone non udenti, a sostegno delle quali è stata presentata nelle ultime ore presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù E-Lisir (Evoluzione Lingua Italiana Segni con Interprete in Rete).

Sordomuti, un’app consentirà ai sordi di comunicare con i medici

Più facile l’utilizzo pratico che la sua teorica spiegazione: e allora, tramite un’app sull’apposito tablet si effettua una videochiamata (con tecnologia cavo-wired o wireless internet) ad un video-centro, nel quale operano interpreti Lis che facilitano la comunicazione tra il non udente e un operatore di sportello. In questo modo le richieste della persona sorda vengono tradotte in tempo reale dalla Lingua dei Segni Italiana a quella verbale e viceversa, e le indicazioni dell’operatore “convertite” in Lis. Una sorta di traduttore simultaneo, il servizio garantito dalla innovativa app, in cui il servizio di traduzione e il tablet sono stati donati da Video Assistenza Mobile e Rotary Club alla Fondazione Bambino Gesù Onlus. E-Lisir verrà anche utilizzato per tradurre nella Lingua dei Segni Italiana lo spot video della campagna di comunicazione sociale “Vite Coraggiose” a sostegno della lotta alle malattie rare, promossa dalla Fondazione Bambino Gesù Onlus. Il video sarà quindi diffuso attraverso i social della Fondazione stessa.

La mission di E-lisir

Dal 2015 il servizio E-lisir è operativo a Roma presso l’Università e il Policlinico di Roma Tor Vergata, in alcuni punti di informazione turistica e presso l’info-dell’Opera Romana Pellegrinaggi. È stato inoltre erogato come progetto pilota nel I Municipio della capitale. Del resto, quello della sordità è un problema che in Italia affligge, secondo gli esperti, 1 persona su 1.000 nuovi nati, che presenta alla nascita una ipoacusia sufficientemente grave da pregiudicare un normale sviluppo del linguaggio; mentre 1 su 4.000 è affetto da sordità profonda, che non trae beneficio dalle protesi acustiche convenzionali. «L’accesso delle persone disabili, in questo caso dei non udenti, alle strutture ospedaliere – ha spiegato Lucia Celesti, responsabile Accoglienza e Servizi per la Famiglia del Bambino Gesù – presenta criticità che è nostro preciso dovere affrontare e risolvere. Come una semplice scala rappresenta un ostacolo per chi non ha l’uso delle gambe, un monitor a chiamata vocale senza traduzione simultanea, una conferenza senza traduttore in lingua dei segni, possono rappresentare difficoltà insormontabili. Rispetto per ogni diversità è la parola chiave: decliniamola in tutte le lingue del mondo».

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