Scintille nel Pd: Bersani attacca Renzi: «A te interessa solo Marchionne»
Definirli separati in casa è un eufemismo. Il rumore in sottofondo che sale dalle stanze del Nazareno somiglia troppo a quello dei piatti rotti per poter pensare che la convivenza all’interno del Pd tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani sia improntato a quel rigoroso silenzio, appena rotto da impercettibili monosillabi, che caratterizza la convivenza sotto lo stesso tetto di persone che si detestano.
La replica dei renziani: «Bersani fa solo autogol»
Tutt’altra è l’aria che si respira all’interno del partito di maggioranza relativa, dove non c’è giorno che non rechi la sua pena. L’ultima spina ha la forma di un’intervista rilasciata da Bersani al Fatto quotidiano in cui l’ex-segretario ha sgranato il rosario dei temi più cari alla sinistra identitaria: il rapporto con Marchionne, la difesa dell’articolo 18, divario tra ricchi e poveri, nord e sud, giovani e vecchi e chi più ne ha, più ne metta. Una gragnuola di colpi che ha costretto Renzi a far intervenire il senatore Andrea Marcucci: «Grande contributo di Bersani alla campagna elettorale – ha commentato il parlamentare via tweet –: ogni giorno fa un’intervista contro Pd. Insana tendenza agli autogol». Ma di Bersani tutto si potrà dire tranne che sia uno sprovveduto. Più che autogol, l’ex-segretario sta pensando alla prossima partita, quella che comincerà all’indomani dei ballottaggi di giugno e finirà con il referendum confermativo di ottobre. Sa, Bersani, che un risultato grigio del Pd alla prima prova può trasformarsi in color inchiostro al secondo. Se accade, Renzi dovrà lasciare.
Nel Pd è ormai guerra aperta
E questo spiega perché, a differenza che in passato, l’ultimo attacco di Bersani può lasciare il segno. Dire – come ha fatto – che «la Fiat non può dirci che cosa dobbiamo fare e pagare le tasse all’estero» oppure che «i dieci o quindici che contano nel capitalismo italiano si stanno aggiustandole le cose loro, chiedono solo che il governo sia amichevole, e se capita lo applaudono e si fanno applaudire», significa toccare le corde della sinistra più profonda. Se Bersani la solletica e la sollecita è perché sa che è proprio sulla rappresentanza di quel segmento di partito e di elettorato che si decide la guerra interna al Pd.