Neonato ghanese morto dopo la circoncisione: scatta la denuncia per il padre
Si arricchisce di nuovi particolari il caso del neonato morto in casa, dopo la circoncisione casalinga e la somministrazione di una supposta di paracetamolo. La polizia ha denunciato anche il padre del piccolo ghanese deceduto a Torino. L’uomo, 33 anni, irregolare sul territorio italiano, deve rispondere di concorso in esercizio abusivo della professione medica con la moglie e con una persona tuttora ignota, reato aggravato dalla morte del piccolo. Lunedì era stata denunciata per lo stesso reato e per omicidio colposo la mamma del neonato, 35 anni, da cinque anni in Italia con lo status di rifugiata, che gli avrebbe somministrato la supposta mentre il padre non c’era. I due genitori hanno però reso agli investigatori versioni discordanti sull’accaduto. Resta ricercato e da identificare il medico abusivo ghanese che ha praticato l’intervento di circoncisione.
Neonato muore a casa dopo la circoncisione
La tragedia si è consumata in un ex istituto scolastico del quartiere Aurora occupato da alcuni mesi da un centinaio di famiglie senza casa. Da qualche giorno era arrivata anche la coppia di rifugiati ghanesi, che aveva deciso di cercare un connazionale per circoncidere il figlioletto neonato. Un rito a cui la famiglia, di religione musulmana, aveva deciso comunque di non rinunciare. L’intervento è avvenuto all’interno dell’edificio, denominato dagli occupanti Spazio Popolare Neruda. Dopo averlo eseguito, il medico abusivo ha fatto perdere le proprie tracce. Poche ore dopo l’intervento il neonato si è sentito male e ha cominciato a piangere. Lunedì la donna, mentre il padre era assente, gli ha somministrato una supposta da 250 milligrammi di paracetamolo che, secondo le istruzioni, non andrebbe data a bambini al di sotto dei 12 chili di peso. Il figlioletto si è subito sentito male ed è andato in arresto cardiaco. Inutili, a quel punto, i soccorsi chiamati dagli altri abitanti dell’edificio: il bambino è arrivato all’ospedale Maria Vittoria con un quadro clinico ormai compromesso ed è morto poco dopo. La polizia ha raggiunto la madre, a cui sono state subito affiancate una mediatrice culturale e uno psicologo, e l’ha accompagnata in questura per ascoltarla, mentre il padre si è presentato qualche ora dopo. Poi sono scattate del denunce.