Due conti sulle tessere Anpi: i veri partigiani? Ormai sono solo 5000

24 Mag 2016 10:37 - di Riccardo Arbusti

Ma l’Anpi chi rappresenta? La domanda è d’obbligo, dopo che il “fattore P” – il fattore partigiani – ha fatto irruzione nella dialettica politica. Ma “fattore P” potrebbe benissimo essere interpretato come fattore passato. Tra il fascismo agitato come spettro, il dibattito su Almirante buono o cattivo, i partigiani come emblema degli italiani “migliori”, l’Italia sembra ripiegata sul nostalgismo più deteriore. Perché? Una risposta l’ha data il giornalista Federico Rampini: il disagio creato dalla crisi economica porta ad idealizzare il passato come presunta “età dell’oro”. Ecco perché si preferisce discutere di Mussolini e dei partigiani piuttosto che di un presente angosciante.
Sarà, ma c’è anche chi si chiede, come ha fatto Pierluigi Battista, chi legittima l’Anpi a dare pagelle, a sentenziare su tutto, addirittura a chiedere il divieto di manifestazioni che dovrebbero costituire il sale di quella democrazia per cui i veri partigiani si sarebbero battuti… I giornali oggi fanno un po’ di conti: i partigiani rimasti in vita sono 5mila. Cioè solo il 4% dei 124mila iscritti. Per non estinguersi l’Anpi dieci anni fa aprì le porte ai non partigiani, raccogliendo gente di sinistra di tutte le età. E ora si comporta come un vero e proprio partito deferendo alla commissione disciplina quei circoli che non sono d’accordo sulle linea del NO al referendum. L’Anpi abusa delle memorie resistenziali facendo politica con il pennacchio dell’ideale ma senza mai avere ricevuto un voto in libere elezioni democratiche. Si schiera nelle piazze pretendendo di rappresentare la parte migliore dell’Italia. Ma chi lo ha stabilito? Dal 2011 a oggi – spiega Repubblica – gli iscritti sono aumentati di 5000 all’anno. Poi ci sono le tessere date ai parenti dei partigiani, e quelle date agli studenti “amici dell’Anpi”, gli stessi che vengono utilizzati – s’immagina – per i presidi antifascisti che vorrebbero riesumare gli anni Settanta. E il bello è che l’ex presidente Carlo Smuraglia afferma: “Noi cerchiamo di rimanere fuori dalle battaglie di partito”. Nessuno se ne è accorto, però. L’Anpi dei partiti sembra invece avere preso il peggio, senza mai essere stato votato dagli italiani.

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