Boldrini a gamba tesa sull’Austria: «Mi preoccupa l’esito delle elezioni»
È vero che il processo di convergenza europeo impone la cessione di quote di sovranità, così come è vero che viviamo in un’epoca in cui non possiamo restare indifferenti a quel che accade nel Vecchio Continente. Ma è altrettanto vero che quando un popolo è chiamato ad esprimersi attraverso libere e democratiche elezioni, nessuno che abbia una carica di responsabilità in un’altra nazione può arrogarsi il diritto di entrarvi a piedi uniti. Neppure sotto forma di auspicio. Si tratta di una regola antica ed elementare, che però dev’essere del tutto ignota a Laura Boldrini.
A Schengen i presidenti della Camera di 14 nazioni
La nostra presidente della Camera, che in queste ore si trova a Schengen insieme con i presidenti di assemblee elettive di 14 Paesi europei su invito della Camera del Lussemburgo, ha infatti perso una buona occasione per tacere e davanti alle telecamere di RaiNews24 si è detta «preoccupata» dall’esito delle elezioni presidenziali in corso in Austria, dove non è esclusa una vittoria del leader dell’ultra destra Norbert Hofer. «Ci auguriamo – ha continuato la Boldrini – che prevalga il buonsenso degli austriaci: chi propina muri o l’invio dell’esercito alla frontiera non fa il bene del proprio Paese e dell’Europa». Per poi concludere: «Qui c’è una certa apprensione per l’esito di questa elezione». Qualcuno dovrebbe spiegare alla “democraticissima” presidente Boldrini che ogni popolo ha diritto di scegliersi i governanti che più ritiene idonei senza che questo debba essere sindacato dai rappresentanti istituzionali dei Paesi vicini. A parti invertite non ci sembrerebbe una gran cosa nei nostri confronti.
Dalla Boldrini il solito pistolotto “politically correct”
Per fortuna, la presidente di Montecitorio ha parlato anche d’altro seppur attingendo sempre dal solito repertorio “politicamente corretto”. Il tasto più pigiato è sempre quello dell’apertura indiscriminata all’immigrazione: «Siamo contro le frontiere, i muri e le barriere – ha tenuto a far sapere la Boldrini – : la storia non torna indietro, dobbiamo andare avanti verso l’Unione federale degli Stati». E ancora: «La chiusura delle frontiere è una misura strumentale che non aiuta e danneggia invece la fiducia dei cittadini verso il futuro dell’Europa».