Sindaci obbligati ad accogliere i migranti: il diktat del Viminale
L’Italia ancora una volta si distingue in virtù della lungimiranza dimostrata nell’affrontare l’invasione. Siamo così bravi da sfoderare addirittura due tipi di approccio differenti. Il primo è quello che potremmo chiamare «Resa totale». L’uomo che meglio lo interpreta è il prefetto Morcone, si legge su “Il Giornale”.
“I Comuni non potranno rifiutare di ospitare i clandestini “
«È inutile opporsi all’accoglienza». Ora, se il superprefetto incaricato di gestire gli immigrati in arrivo dice una cosa del genere, significa che abbiamo perso ogni speranza. Dobbiamo rassegnarci: tenerci una marea di immigrati e tacere. L’ondata di sbarchi continua ad aumentare (dall’inizio dell’anno sono stati il 25% in più rispetto al 2015 e cresceranno ancora), ma bisogna farci il callo. Il fatto è che l’atteggiamento di Morcone non è affatto fatalista, tipico di chi affronta un fenomeno epocale così grande da sovrastarlo. No, il caro prefetto è rigido come una barra d’acciaio e tira dritto come un carroarmato.
I cittadini italiani devono ospitare gli stranieri nei loro Comuni
«Nessuno pensi che i prefetti possano fare un passo indietro», dice al Giorno. Tradotto: i sindaci che non vogliono farsi carico dei sedicenti profughi devono al più presto cambiare atteggiamento, tanto la loro quota di migranti dovranno prendersela, con le buone o con le cattive. Sentite qua che tono usa: «Non c’è da girarci attorno: se tu sindaco ci vuoi dare una mano ne siamo felici. Se non lo fai noi lo facciamo lo stesso». A parere di Morcone, gli amministratori locali contrari all’accoglienza (soprattutto quelli del Centro-Nord) lo fanno in virtù di una «posizione ideologica», perché pensano di «fare opposizione al governo». Dunque la linea dura è sacrosanta, perché riguardo agli immigrati «parliamo di persone e non è sulle persone che si può fare opposizione». Forse, però, Morcone dimentica un particolare non insignificante: i sindaci sono espressione della volontà popolare, vengono eletti dai cittadini. E anche i cittadini sono persone.