«Tempo scaduto»: esodati in rivolta davanti al ministero dell’Economia

22 Apr 2016 13:33 - di Redazione

Sventolano bandiere bianche con la scritta “Esodati” davanti al ministero dell’Economia, insieme a quelle di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e dei Comitati dei lavoratori precoci. “Ottava salvaguardia subito per 24mila esodati esclusi”, c’è scritto sugli striscioni e le magliette di molti dimostranti. A protestare davanti alla sede di via Venti Settembre sono i lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione per colpa della riforma Fornero, quelli esclusi dalle misure di salvaguardia e quelli con oltre 41 anni di contributi  che chiedono una soluzione rapida.

La mobilitazione degli esodati

«Siamo in mobilitazione continua da tempo e sugli esodati abbiamo ottenuto finora risultati positivi, adesso manca l’ultimo pezzo: l’ottava salvaguardia per le 24 mila persone ancora escluse», spiega il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. «Il governo faccia subito la salvaguardia e poi apra un tavolo di confronto più complessivo per modificare la legge Fornero». «Le risorse ci sono – dice il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli – il Parlamento ha costituito un fondo specifico che destina agli esodati i risparmi delle salvaguardie precedenti. Già l’anno scorso sono stati distratte delle risorse da quel fondo, oggi dimostriamo al governo che il problema esodati è ancora aperto ed è il momento di chiuderlo e aprire la vertenza più complessiva che riguarda la riforma Fornero. Noi chiediamo che venga reintrodotta la flessibilità in uscita con un parametro per le pensioni anticipate di 41 anni di contributi». «In Italia i lavoratori precoci sono tantissimi – osserva il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica – sono quelli che hanno iniziato a lavorare a 16-17 anni e di solito sono operai e fanno lavori faticosi, largamente usuranti. Bisogna invece consentire a tutti di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro, perché 41 anni bastano e avanzano». Il portavoce della Rete dei comitati degli esodati, Francesco Flore,  si augura che sia l’ultima manifestazione perché «ci sono tutte le precondizioni perché la vergognosa pagina degli esodati venga conclusa, manca solo la volontà politica del governo».

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