Rivolta dei profughi a Brindisi, Cagliari e Piacenza: è allarme
Circa sessanta migranti nordafricani, quasi tutti richiedenti asilo, hanno indetto una protesta dinanzi alla sede del Comune di Brindisi per la modifica degli orari di apertura e chiusura del dormitorio di Brindisi che li ospita. Sul posto ci sono gli agenti della Digos di Brindisi: non si registrano al momento situazioni di tensione. A quanto appurato gli stranieri, la gran parte dei quali in attesa di un responso alla richiesta di riconoscimento dello status di rifugiati politici, sarebbero costretti a restare fuori dal dormitorio dalle 9 fino alle 19, così come stabilito dalla cooperativa che gestisce la struttura. La protesta ha anche lo scopo di scongiurare un’eventuale chiusura della struttura, visto il sovrannumero riscontrato negli ultimi giorni nel corso di un sopralluogo.
A Cagliari i profughi non vogliono dare le impronte
Nuova protesta dei migranti questa mattina anche a Cagliari. Una quarantina di profughi, arrivati dai vari centri di accoglienza del cagliaritano dove sono ospitati, hanno raggiunto il centro di Cagliari, fermandosi in piazza Matteotti, proprio davanti al Municipio. Gli stranieri hanno più volte invaso la carreggiata, spostandosi da un marciapiede all’altro sia in direzione del Municipio che verso il porto, bloccando così il traffico. All’origine della protesta, la richiesta dei migranti di lasciare la Sardegna in tempi brevi. Molti di loro, però, hanno rifiutato di farsi identificare o di rilasciare le impronte digitali. Sul posto la Polizia e le altre forze dell’ordine che stanno tenendo sotto controllo la situazione.
A Piacenza i profughi chiedono più soldi
Una analoga protesta è stata inscenata giovedì mattina a Piacenza fuori dall’hotel che ospita un centinaio di profughi. Gli immigrati hanno chiesto un aumento della diaria giornaliera. I profughi alloggiano, a spese della pubblica amministrazione. in un hotel a tre stelle con Wi-fi gratis in tutta la struttura, dove sono inclusi i pasti gratuiti. Il tutto non è sufficiente per gli ospiti, che hanno chiesto un ulteriore miglioramento delle loro condizioni. Fino a qualche giorno fa sfuggivano dalla guerra e dalle carestie, oggi un hotel a tre stelle non è sufficiente.