Ma il referendum di ottobre non avrà il mal di quorum. A tutto vantaggio di Renzi
Per i suoi annunci trionfanti e francamente inappropriati Matteo Renzi si è servito dell’astenionismo, quello fisiologico e quello “convinto”, ma non ne avrà bisogno in autunno, quando si voterà il referendum confermativo sulla riforma della Costituzione. In quel caso il referendum sarà valido anche se non si raggiunge il quorum e andranno a votare meno della metà degli italiani. Eppure Renzi ha già fatto sapere che utilizzerà quel risultato come un referendum sulla sua persona, sul suo operato, sul suo governo. Un’asimmetria, tra i due referendum, quello del 17 aprile e quello di ottobre, che ha un suo peso: paradossalmente se votassero meno elettori di quelli che si sono recati domenica alle urne – 31 per cento – il premier potrà utilizzare questo dato a suo vantaggio se vincessero i sì. Come dire: ci sono referendum e referendum. Un’asimmetria che potrebbe essere aggirata cancellando la barriera del quorum e restituendo ad ogni referendum il suo valore di strumento di democrazia diretta.
Il tema è stato toccato da Eugenio Scalfari nel suo editoriale domenicale su Repubblica, anche se per lui il problema dovrebbe essere risolto inserendo il quorum anche per il referendum confermativo: “Esistono delle connessioni, senz’altro improprie – scrive Scalfari – tra il referendum sulle trivelle e quello del prossimo ottobre sulla Costituzione. Segnalo a questo proposito, come ho già fatto più volte nelle scorse settimane, che il referendum costituzionale non prevede alcun quorum. Un’ipotesi provocatoria ma teoricamente legittima è che ad un referendum senza quorum potrebbero partecipare soltanto una ventina di persone e in questo caso accadrebbe che undici di loro rappresentano la maggioranza e impongono il risultato referendario a tutti gli altri. Di questo l’amico Crozza ha fatto una delle sue divertenti barzellette, ma barzelletta è fino a un certo punto. Potrebbero andare a votare venti milioni di persone e undici milioni imporrebbero la loro linea ai quarantasette e passa milioni di aventi diritto al voto”.
“Perché Renzi ha voluto questo referendum? Evidentemente perché – continua Scalfari – non essendo ancora legittimato nella sua funzione di leader dal corpo elettorale, il referendum del prossimo ottobre dovrebbe avere proprio questo compito ma è difficile pensare che effettivamente ce l’abbia visto che non è previsto alcun quorum. Naturalmente si può rispondere che è un referendum bandito dopo che le Camere hanno già votato la legge in questione. Ma il referendum confermativo dovrebbe avere un quorum, altrimenti che cosa legalizza? Assolutamente niente, sia che approvi la legge in questione e sia anche se la disapprovi”.