La presidente Rai all’Antimafia: non potevamo censurare Bruno Vespa

7 Apr 2016 19:38 - di Redazione

L’inevitabile coda polemica per l’intervista al figlio di Riina su Porta a Porta oltre a determinare un ciclone politico ha creato in Rai tensioni i cui sviluppi si definiranno nei prossimi giorni. I vertici dell’azienda sono stati ascoltati alla commissione Antimafia. “Nella storia della Rai – ha detto la presidente Monica Maggioni – non c’e’ nessun negazionismo, da giornalista capisco l’attrazione per questa storia ma c’è il contenuto e ci sono anche le responsabilità. Nel Paese la ferita della mafia non e’ una ferita del passato, ma di oggi. E per questo serve attenzione al contesto. Intervenire a priori rimanda all’idea di censura ed è difficile accettare l’idea di censura, nei confronti di un collega con una lunga storia professionale”. “Non sono stati fatti pagamenti. Le domande sono state fatte in libertà e la liberatoria è arrivata alla fine”, è stata la versione del dg Rai Antonio Campo Dall’Orto, che ha annunciato dal primo settembre “una supervisione che lavori sui contenuti giornalistici ovunque essi siano. Da quel momento si dovrà decidere insieme”. Un annuncio che ha provocato la levata di scudi del sindacato dei giornalisti e dell’Usigrai per i quali la figura di un supervisore è inaccettabile e viola il contratto giornalistico. E Bruno Vespa, durante la registrazione della puntata di Porta a Porta, ha detto che “la Rai ha già chiarito che non c’è nulla da riparare”.

Il figlio di Riina e la liberatoria per l’intervista

Sulle modalità dell’intervista critiche sono arrivate sia dal presidente del Senato Pietro Grasso che da Rosi Bindi, presidente dell’Antimafia. “Quando sono andato alla Rai – ha detto Grasso – la liberatoria me l’hanno fatta firmare sempre prima, anche quando abbiamo fatto delle registrazioni. Ho sentito che lui ha firmato dopo aver visto il filmato” segno del “grande rispetto anche da parte della Rai. Forse aveva timore che gli fosse sfuggito qualcosa di compromettente?”. “Le liberatorie – è il parere di Rosi Bindi -si danno sempre prima perché altrimenti si lascia il pallino in mano a chi la deve firmare dopo”. La convocazione dei vertici Rai all’Antimafia è stata un’esagerazione secondo Maurizio Gasparri, che ha ricordato “l’uso strumentale che fece della televisione la coppia Ingroia-Ciancimino Jr nel programma di Santoro. Tutti tacquero e fui tra i soli a denunciare questo abuso. Bisognerebbe poi mettere in discussione postuma le interviste di Biagi a Sindona o le grandi e belle inchieste televisive di Zavoli sui brigatisti rossi”.

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