Padova, turista islamica prova a entrare col velo al museo: è polemica
Voleva entrare in un museo completamente nascosta dal velo, avvolta integralmente nel suo niqab, l’indumento indossato dalle donne islamiche che copre loro interamente il volto. Peccato che la cosa – che non avrebbe destato il benché minimo sospetto, e che non avrebbe sollevato alcuna polemica se fosse accaduta nei confini dell’autoproclamato Stato Islamico o, comunque, nelle diverse zone del mondo in cui quell’abbigliamento risponde a precise tradizioni locali – si sia verificata a Padova. Nella italianissima Padova. Una delle tantissime nostre città che ha aperto le porte all’ospitalità di immigrati e profughi ma che, al dovere dell’accoglienza, chiede anche che si risponda con l’obbligo all’osservanza delle nostre norme. Specie se, in un momento come quello che stiamo vivendo, in testa a tutte vige l’imprescindibile necessità di rispettare le regole mirate a garantire la sicurezza dei cittadini e dei luoghi, definiti in gergo, target sensibili.
Donna col velo bloccata al Museo di Padova per i controlli
Dunque la vicenda si svolge in un museo, luogo di aggregazione di turisti, e ha per protagonista una donna completamente nascosta dal velo islamico che le lascia esporre solo gli occhi: un binomio di situazioni che non passa facilmente inosservato. Così, quando la turista che indossa il niqab, viene bloccata dai vigili all’ingresso dei Musei Eremitani di Padova, per ottemperare all’obbligo dei controlli di rito, alla richiesta rivolta alla donna di identificarsi e di alzarsi il velo, lei acconsente infastidita e poi, subito dopo, decide – polemicamente? – di non entrare più al museo, andandosene addirittura stizzita. Sull’episodio è intervenuto il primo cittadino di Padova, Massimo Bitonci, che commentando l’accaduto ha rilanciato: «Stiamo valutando una direttiva per estendere i controlli di questo tipo a tutti i musei e uffici pubblici, anche se le leggi che vietano di girare con il volto coperto ci sono già, e sono ancora vigenti». Non tralasciando di ricordare come, a riguardo, ci siano «delle normative come il Testo Unico per la Pubblica Sicurezza, o la legge del maggio 1975, che vietano di girare in luoghi pubblici con il volto coperto, o con qualsiasi cosa che impedisca il riconoscimento», ha continuato il sindaco, chiosando poi col ricordare come, di contro, «in certi paesi si costringe le donne, anche le turiste, al velo: ma quando vengono da noi hanno l’arroganza di voler imporre una cosa che tra l’altro è vietata dalla legge. Hanno fatto bene a bloccarla all’ingresso, in un momento così delicato ci mancherebbe anche che le persone possano girare con il velo a volto coperto».
Donna col velo al Museo, dal post del sindaco ai commenti sul web
E dal sindaco Bitonci – che ha raccontato e commentato l’accaduto anche sulla sua pagina Facebook – agli internauti, sono stati tantissimi gli interventi, più o meno polemici, sull’accaduto: per la maggior parte, comunque favorevoli al comportamento tenuto dalla polizia locale e sdegnati, semmai, dall’atteggiamento di stizza manifestato dalla turista col velo che poi, dopo i controlli, ha rifiutato l’ingresso al museo. «Chi non ha nulla da nascondere non deve aver paura di rispettare le leggi», ha scritto allora un utente, e dello stesso tenore sono state anche le moltissime inserzioni che hanno puntualizzato l’importanza delle misure di sicurezza in vigore nel nostro Paese; sicurezza che – hanno ricordato in molti – «si ottiene in primis con la prevenzione». E a chi, più prosaicamente, ha richiamato al rispetto delle regole «giuste o sbagliate che siano», ha fatto eco anche chi, invocando maggiore rigore, ha ricordato il caso dei «nudi censurati» durante la visita istituzionale del presidente iraniano nella capitale, chiosando: «Non dobbiamo attribuire la colpa a chi va a viso coperto, ma a chi glielo permette. Se noi poi copriamo le statue…».