«Mi chiamo Guido Bertolaso, risolvo problemi. E non mi ritiro…»

6 Apr 2016 8:18 - di Redazione

Guido Bertolaso, l’ex capo della Protezione civile ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio non si cura delle illazioni che puntano a indebolire la sua candidatura a sindaco di Roma. Lo incontriamo nel suo quartier generale di Torre Rossa, un casale suir Aurelia Antica. «Vede questa?», dice mostrando sul cellulare l’immagine di un luogo insanguinato come un mattatoio. «Questo è il bagno del Pronto soccorso del San Camillo… Roma è devastata. Più di quanto si creda…», si legge su “Chi“.

Bertolaso ha sempre il piglio dell’uomo d’azione

Sarà per questo, oltre al fatto che conosce la Capitale palmo a palmo, che Silvio Berlusconi gli ha chiesto di candidarsi a sindaco della città più bella e complessa del mondo. Altra caratteristica non trascurabile: non è un politico e pare non abbia intenzione di diventarlo. Domanda. Silvio Berlusconi ha escluso che lei possa fare un passo indietro per fare il city manager al fianco di Alfìo Marchini sindaco… Risposta. «Infatti, lo escludo anche io. Senta, Marchini non l’ho mai incontrato. Ho solo detto che siamo gli unici due candidati che hanno una stona diversa dalla politica. Entrambi abbiamo un programma per risolvere i problemi di Roma, mentre gli altd parlano di schieramenti e si attaccano. E poi, sono romanista come lui…». D.

“Mai incontrato Marchini”, chiarisce Bertolaso

Ma lei inizialmente aveva rifiutato la proposta di Berlusconi. Che cosa è cambiato? R. «La mia nipotina di due anni e mezzo, che vive a Londra, aveva avuto una complicazione dopo un’influenza. Una cosa grave. Sono medico. La mia priorità era quella. Ora tutto si è risolto, per fortuna. Abbiamo passato la Pasqua insieme». D. Lei è cattolico? R. «Cattolico praticante». D. Ha due figlie femmine, una nipotina e due cani, sempre di sesso femminile. Però è stato accusato di essere un maschilista per aver consigliato Giorgia Meloni di non candidarsi, visto che aspetta un bambino… R. «Io contro le donne? Assurdo».

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